Novità dalla ricerca

Test epigenetico per determinare l’aggressività del glioblastoma

Una nuova ricerca potrebbe portare alla diagnosi precoce del cancro al fegato

Il glioblastoma è un tumore al cervello altamente aggressivo che colpisce prevalentemente persone tra i 50 e i 70 anni. Anche sotto la migliore assistenza disponibile, metà dei pazienti muoiono entro un anno dalla diagnosi e pochi vivono per più di tre anni.

Uno dei problemi riguardo al glioblastoma è la sua classificazione. Si tratta infatti di un tumore composto da un’ampia varietà di cellule tumorali tutte presenti assieme. Ognuna di queste presenta le sue caratteristiche molecolari ed è proprio in questa variabilità che risiede il meccanismo tramite il quale si sviluppa la resistenza ai farmaci chemioterapici.

Ricerche recenti hanno dimostrato come opportuni test epigenetici possano contribuite per classificare meglio i diversi tipi di glioblastoma e predirne la pericolosità.

L’epigenetica e i trattamenti integrativi

L’epigenetica è la scienza che studia tutti quei meccanismi che regolano l’espressione del DNA causando anche l’attivazione e la disattivazione dei diversi geni.

Si tratta degli stessi meccanismi che intervengono durante l’embriogenesi quando cioè da un gruppo di cellule staminali embrionali tutte uguali iniziano a differenziarsi ed organizzarsi per comporre il nostro corpo.

Già da diversi anni studi sull’epigenetica hanno confermato la possibilità di intervenire sui tumori, riuscendo in alcuni casi anche a ritrasformarli in cellule sane, attraverso trattamenti epigenetici che sfruttano gli stessi meccanismi della differenziazione cellulare. Per approfondire leggi www.oncovita.it

Oggi sembra anche possibile mettere a punto un vero e proprio test diagnostico epigenetico.

Predirre l’aggressività del tumore sulla base dei parametri epigenetici

Per studiare il ruolo dell’epigenetica nella progressione del glioblastoma, il gruppo di ricerca di Christoph Bock, ricercatore presso il CeMM Research Center for Molecular Medicine dell’Accademia delle Scienze dell’Austria, ha analizzato la metilazione del DNA (che è il classico meccanismo d’azione epigenetico) in più di 200 pazienti affetti da glioblastoma, concentrandosi sui cambiamenti epigenetici che si verificano durante la progressione della malattia. Lo studio è stato pubblicato su Nature Medicine e ha identificato alcuni cambiamenti epigenetici standard che accompagnano la progressione del glioblastoma e che possono così predirre la sopravvivenza del paziente.

Combinando i dati epigenetici con l’imaging cerebrale, lo studio ha stabilito importanti collegamenti tra i livelli molecolari, cellulari e tissutali del glioblastoma. Queste associazioni possono essere sfruttate per migliorare la classificazione delle malattie: “Il sequenziamento della metilazione del DNA  può essere utilizzato per prevedere un’ampia varietà di proprietà tumorali clinicamente rilevanti – spiega Johanna Klughammer, ricercatrice del CeMM – fornendoci un nuovo approccio potente per caratterizzare l’eterogeneità dei tumori cerebrali”.

Fonti:
https://cemm.at
https://www.nature.com/articles/s41591-018-0156-x
Laurea in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche e dottorando presso l'Università Campus Bio-Medico di Roma.

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