Le cellule tumorali morte o morenti a causa della chemioterapia possono attivare processi infiammatori che a loro volta promuovono una maggiore aggressività nella crescita del tumore.
Sono i risultati di un recente studio, condotto da un gruppo di ricerca del Beth Israel Deaconess Medical Center (BIDMC) e pubblicato sul Journal of Experimental Medicine.
“In questo studio dimostriamo che i detriti generati dalla chemioterapia dalle cellule tumorali morte o morenti possono stimolare la crescita del tumore. Tutto questo ovviamente ha implicazioni fondamentali per il trattamento dei pazienti oncologici”, ha spiegato Dipak Panigrahy, autore principale dello studio che continua dicendo che “la terapia convenzionale contro il cancro progettata per uccidere le cellule tumorali è intrinsecamente un’arma a doppio taglio“.
Il collegamento tra infiammazione e cancro
La comunità scientifica aveva già da tempo compreso l’esistenza di una correlazione tra cancro ed infiammazione. Molti tumori infatti derivano da siti di infezione, irritazione cronica e infiammazione. Sta diventando ora chiaro che il microambiente delle cellule tumorali, che è in gran parte alimentato da cellule infiammatorie, gioca un ruolo fondamentale nel processo neoplastico promuovendo la proliferazione, la sopravvivenza e la migrazione delle cellule tumorali.
L’infiammazione causa il cancro e bisogna lavorare affinché le cause di infiammazione nel corpo siano ridotte o quantomeno trattate opportunamente. Anche nel caso della chemioterapia.
Uno studio condotto dall’Albert Einstein College of Medicine della Yeshiva University, pubblicato sulla rivista Science Translational Medicine, ha rilevato che la chemioterapia provoca un drammatico aumento del numero di cellule tumorali che circolano in tutto il corpo. I ricercatori hanno così concluso che “la chemioterapia, nonostante la diminuzione delle dimensioni del tumore, aumenta il rischio di diffusione metastatica”.
Attenzione a non demonizzare la chemioterapia
Ciò non significa che coloro che combattono il cancro debbano rinunciare alla chemioterapia. Attualmente si tratta dei migliori trattamenti a disposizione e le nuove terapie immunologiche stanno aprendo nuove strade promettenti.
Quello che queste ricerche segnalano è che bisogna impegnarsi non solo a combattere il cancro con la chemioterapia, ma anche trattare opportunamente l’infiammazione cronica indotta dalla chemioterapia.
Trattamenti integrativi alla chemioterapia
Proprio per questo i ricercatori stanno mettendo a punto soluzioni in grado di integrare la chemioterapia e favorire il controllo dei processi infiammatori. Recentemente un gruppo di ricerca coordinato dal prof. Michele Carruba, ordinario di farmacologia presso l’Università degli Studi di Milano, ha redatto un documento scientifico nel quale viene analizzata l’efficacia dell’utilizzo dei peptidi di pesce, o fattori di differenziazione cellulare, nel trattamento dei tumori.
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