Nutrizione ed integrazione

Trasformare le cellule in alleate contro il cancro

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Il gruppo di ricerca coordinato dal professor David Tuveson che opera presso il Cold Spring Harbor Laboratory (USA) ha sviluppato un approccio innovativo nella cura del tumore al pancreas. L’idea di base parte dall’osservazione che le cellule tumorali del pancreas sono protette da una matrice densa che le circonda. Questa matrice è una miscela di componenti extracellulari e cellule non cancerose conosciute come stroma.

Il cancro al pancreas ha una prognosi infausta. Di solito viene diagnosticato dopo che la malattia si è diffusa e la chemioterapia tende a fare ben poco per rallentare la crescita del tumore. Purtroppo ancora oggi, nonostante i trattamenti, la maggior parte dei pazienti ha in media un’aspettativa di vita di poco superiore ai sei mesi dalla diagnosi. Non è sempre così comunque, tutto dipende anche da quando si riesce a diagnosticare il tumore.

Il microambiente delle cellule tumorali come bersaglio di nuove terapie

Tutti i tumori solidi contengono stroma. Nei tumori pancreatici, questo materiale fibroso è particolarmente abbondante e rappresenta quasi il 90% della massa di un tumore. Questo stroma impedisce ai farmaci antitumorali di raggiungere i loro obiettivi. Inoltre, le cellule stromali secernono fattori che effettivamente contribuiscono a far crescere i tumori.

L’obiettivo era quindi quello di superare l’influenza protettiva dello stroma e oggi sembra essere stato raggiunto: a fine ottobre 2018 infatti questi ricercatori hanno pubblicato sulla rivista Cancer Discovery, i primi risultati della loro lavoro.

L’elemento su cui si è strutturato il lavoro è un tipo di cellula chiamato fibroblasto che ha la funzione di produrre il tessuto connettivo dello stroma. Inoltre i fibroblasti generano fattori che promuovono la crescita delle cellule tumorali e che impediscono al sistema immunitario di attaccare le cellule cancerose.

Trasformare i fibroblasti in alleati contro il cancro

Il team di Tuveson ha scoperto che lo stroma dei tumori pancreatici contiene almeno due tipi di fibroblasti. Un tipo mostra caratteristiche note per supportare la crescita del tumore, l’altro tipo sembra avere l’effetto opposto.

La buona notizia è che con i giusti segnali, i fibroblasti che promuovono il tumore possono trasformarsi in fibroblasti che rallentano la crescita del tumore.

“Queste cellule possono convertirsi l’una nell’altra, a seconda dei segnali che ottengono dal microambiente e dalle cellule tumorali –  spiega Giulia Biffi, ricercatrice presso il laboratorio di Tuveson – “questo è potenzialmente utile perché, in teoria, è possibile trasformare le cellule che promuovono il tumore in cellule che lo rallentano.”

In questo nuovo studio sono inoltre stati identificati i segnali molecolari specifici rilasciati dalle cellule tumorali in grado di determinare il carattere dei fibroblasti all’interno dei tumori pancreatici. Si è così scoperto che una di queste molecole, IL-1, guida i fibroblasti ad assumere un’identità che promuove la crescita del tumore. Si è inoltre dimostrato come un’altra molecola, il TGF-beta, sovrascrive quel segnale e mantiene i fibroblasti in uno stato potenzialmente anticancro anche quando è presente IL-1.

I prossimi passi saranno quelli di studiare cosa succede quando si integrano questi nuovi approcci con i trattamenti standard di chemioterapia o immunoterapia.

Si tratta di un approccio integrato che colpisce contemporaneamente le cellule tumorali ed il microambiente in cui proliferano.

La tumor reversion: nuove evidenze dall’Università Sapienza di Roma

Sempre lavorando sul micro ambiente cellulare già da diversi anni il prof. Mariano Bizzarri ed il suo team del dipartimento di Medicina Sperimentale presso l’Università Sapienza di Roma hanno dimostrato come degli specifici segnali molecolari estratti dalle uova di pesce, noti anche come peptidi di pesce o fattori di differenziazione, siano in grado di indurre in diversi tipi di cellule tumorali la loro trasformazione in cellule sane. Si parla di Tumor Reversion.

Sul sito www.oncovita.it sono state raccolte le principali pubblicazioni scientifiche ed è inoltre possibile entrare il contatto con il team di medici e ricercatori.

Fonte:
www.cshl.edu


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