Una nuova tecnologia basata su uno speciale laser permette di diagnosticare con maggior precisione e senza invasività cellule tumorali circolanti nel sangue. Primi studi sembrano inoltre dimostrare che lo stesso laser diagnostico sia efficace nel distruggere le cellule tumorali circolanti.
La pericolosità del melanoma si manifesta quando le cellule tumorali si diffondono nel sangue raggiungendo altre parti del corpo. In questi casi è fondamentale diagnosticare per tempo se e quante cellule maligne sono presenti nel sangue.
Attualmente la diagnosi avviene attraverso un prelievo di sangue che viene analizzato. Non sempre però si riescono a trovare cellule maligne nel campione prelevato, soprattutto se si è in una fase precoce della malattia.
Questa necessità di migliorare la diagnosi ha stimolato il prof. Vladimir Zharov, direttore di il centro di nanomedicina dell’Università dell’Arkansas, a sviluppare un innovativo sistema laser in grado di diagnosticare con una precisione di 1.000 volte superiore alle attuali tecniche, la presenza di eventuali cellule tumorali circolanti.
Questa tecnica è stata testata con successo in laboratorio, su animali ed ora sono iniziati gli studi sull’uomo.
Come funziona la diagnostica laser
Questa nuova tecnologia è stata soprannominata “Citofono” ed utilizza impulsi di luce laser provenienti dall’esterno della pelle per riscaldare le cellule del sangue. Per delle caratteristiche fisiche del laser la luce emessa riscalda solo le cellule di melanoma circolanti, lasciando così normali le cellule sane. Questo avviene per via della melatonina contenuta nei melanociti, una molecola che di natura assorbe luce. Il “Citofono” utilizza quindi una tecnica ad ultrasuoni per rilevare le piccole e piccolissime onde emesse a seguito dell’effetto di riscaldamento.
Non solo diagnosi ma anche terapia?
Durante i primi test su uomini, effettuati essenzialmente per confermare la sicurezza e l’efficacia della tecnologia, i ricercatori hanno notato un fenomeno interessante.
Inaspettatamente, il team ha scoperto che dopo il trattamento, i malati di cancro avevano meno cellule tumorali circolanti. “Abbiamo usato livelli di energia relativamente bassi con lo scopo primario di diagnosticare piuttosto che curare il cancro – ha spiegato Zharov – eppure, anche a queste basse energie, il raggio laser sembrava in grado di distruggere le cellule tumorali.”
La speranza è quindi quelle di riuscire a sviluppare uno strumento laser in grado di identificare ed uccidere le cellule di melanoma circolanti nel sangue. Il tutto in modo non invasivo.
Al momento le ricerche ed i test stanno proseguendo per poter presentare il prima possibile la versione diagnostica del laser.