Un gruppo di ricercatori dell’Università di Alberta ha identificato nuovi bersagli terapeutici precedentemente sconosciuti che potrebbero essere fondamentali per prevenire la diffusione del cancro.
Nello studio pubblicato su Nature Communications, il team ha spiegato come, inibendo diversi target genetici recentemente identificati, è stato possibile bloccare oltre il 99,5 per cento delle metastasi del cancro nelle cellule viventi.
“Il potenziale di questi risultati è incredibile – ha dichiarato il prof. John Lewis, ricercatore presso l’Alberta Cancer Foundation – le metastasi uccidono il 90% di tutti i pazienti affetti da cancro e con questo studio abbiamo scoperto 11 nuovi modi potenzialmente efficaci per bloccare le metastasi“.
La scoperta
L’approccio ha consentito al team di rilevare e identificare 11 geni che sembrano svolgere ruoli essenziali nei processi di metastatizzazione delle cellule tumorali. Secondo i ricercatori, questi geni sono ampiamente coinvolti nel processo di metastasi e non sono esclusivi di alcun tumore pertanto si possono così bloccare diversi tipi di cancro metastatico.
Il team ora spera di avanzare avviando i primi studi sull’uomo entro i prossimi anni. Il laboratorio Lewis sta anche espandendo gli sforzi per esplorare altri tipi di geni chiamati microRNA che possono rappresentare bersagli terapeutici ancora più potenti per prevenire le metastasi.
Studi italiani confermano la possibilità di bloccare e far revertire il cancro
Anche un gruppo di ricercatori italiani, guidati dal prof Mariano Bizzarri, direttore dell’SBGLab presso l’Università Sapienza di Roma ha scoperto un metodo efficace per bloccare la diffusione dei tumori: utilizzando uno speciale mix di peptidi di pesce, estratto dalle uova, ha isolato porzioni di mircoRNA (proprio come i colleghi canadesi) in grado di bloccare il potere invasivo del cancro e in diversi casi far revertire le cellule tumorali in cellule sane. Si parla di Tumor Reversion, una nuova branca della ricerca che da diversi anni si sta facendo strada. Per saperne di più consultate il sito www.oncovita.it