La battaglia contro il cancro ha trovato un nuovo alleato: l’istotripsia. Con la recente approvazione della Food and Drug Administration (FDA) americana, questa tecnologia all’avanguardia, sviluppata presso l’Università del Michigan, potrebbe cambiare radicalmente l’approccio terapeutico alla patologia oncologica.
Un salto in avanti per la terapia antitumorale
Fino ad oggi le opzioni di trattamento di un tumore sono state chirurgia, radioterapia e chemioterapia. Ognuna di queste strade ha però i propri effetti collaterali, spesso pesanti. Un interessante trattamento anticancro non invasivo che fa esplodere i tumori, utilizzando le onde sonore, è stato recentemente approvato negli Stati Uniti. È una macchina che utilizza l’istotripsia, una tecnica che sfrutta cioè l’energia delle onde sonore per bloccare i tumori formando microbolle all’interno della massa neoplastica. Le forze generate quando le bolle si espandono e collassano rapidamente fanno sì che le cellule tumorali si distruggano permettendo che i detriti vengano poi sequestrati ed eliminati dal sistema immunitario.
L’approvazione del trattamento significa che i pazienti potranno, d’ora in avanti, ottenere un trattamento efficace contro il cancro senza gli effetti collaterali della radioterapia o della chemioterapia.
Isotripsia: un bombardamento intelligente e non invasivo
L’isotripsia, come detto, funziona focalizzando onde acustiche ad alta energia generando microscopiche bolle. A differenza della radioterapia che colpisce tutto ciò che incontra nel suo percorso, questa tecnica focalizza la sua azione in aree molto circoscritte ed è quindi molto più selettiva e incisiva. Concentrare l’azione esclusivamente sul tumore rende il trattamento molto meno invasivo e riduce i danni ai tessuti sani circostanti.
Gli studi preclinici su modelli animali
Due studi preclinici sui roditori, pubblicati sulla prestigiosa rivista Cancers, hanno mostrato che con l’istotripsia il sistema immunitario impara a identificare le cellule tumorali come minacce. Questo potrebbe non solo aiutare a combattere il tumore iniziale ma anche ad attivare una risposta immunitaria naturale contro il cancro.
Nel primo studio, anche dopo aver distrutto solo dal 50% al 75% del volume del tumore al fegato mediante l’istotripsia, il sistema immunitario dei ratti è riuscito a eliminare il resto, senza evidenza di recidiva o metastasi in oltre l’80% degli animali.
Il secondo studio ha dimostrato che l’istotripsia rompe il “mantello” della matrice extracellulare della massa tumorale rivelando proteine che il sistema immunitario può utilizzare per identificare le minacce, formando come un vaccino naturale contro analoghe formazioni cancerose.
La sperimentazione sull’uomo
Nel 2021 è iniziata una sperimentazione clinica presso il Rogel Cancer Center dell’Università del Michigan in cui sono stati trattati pazienti con tumori epatici sia primari che metastatici.
Zhen Xu, professore di ingegneria biomedica, inventore dell’approccio dell’istotripsia e co-fondatore di HistoSonics, società spin-off fondata nel 2009 presso l’Università del Michigan, ha dichiarato: “Vogliamo sfruttare gli effetti di immunostimolazione dell’istotripsia e, auspicabilmente, combinarli con l’immunoterapia o la somministrazione di farmaci. Questo sposterà l’istotripsia da una terapia locale ad una in grado di trattare i tumori a livello globale in tutto il corpo e, quindi, in una cura sistemica.”
Nonostante il nuovo trattamento molto promettente, i malati di cancro non dovrebbero aspettarsi di eliminare immediatamente i trattamenti chemioterapici e radioterapici. La macchina è stata approvata dall’FDA solo per l’uso in pazienti affetti da tumore al fegato e la sua disponibilità limitata e il prezzo elevato, intorno agli 11.300 € per trattamento, potrebbe renderne proibitiva, almeno nei primi tempi, la prescrizione ai pazienti da parte degli oncologi.
“L’istotripsia potrebbe essere utilizzata a breve per trattare anche i tumori renali e pancreatici” – ha aggiunto, infine, il prof Xu.
Come funziona l’apparecchiatura
La procedura viene eseguita in anestesia generale e in contemporanea con un’ecografia dal vivo del fegato per consentire al radiologo di localizzare e colpire con alta precisione il tumore.
Una macchina da letto con un braccio robotico viene spostata in posizione orizzontale al di sopra dell’addome del paziente come un tradizionale dispositivo a ultrasuoni, e un medico la blocca esattamente sul punto del tumore-bersaglio. Il resto della procedura è completamente automatizzata. Attaccato all’estremità del braccio robotico c’è un trasduttore, un dispositivo cioè che converte l’energia elettrica in energia a ultrasuoni. Il software della macchina calcola quindi quanta energia è necessaria per creare una nuvola di bolle abbastanza potente da distruggere il tumore, con onde ultrasoniche focalizzate che convergono in un punto posto esattamente nel suo centro. Una volta che i detriti del tumore sono stati liquefatti, saranno naturalmente assorbiti dal sistema immunitario prima di essere espulsi come rifiuti. La durata della procedura dipende dal numero e dalle dimensioni del tumore, ma può richiedere anche solo sette minuti.
La parola ad un esperto che richiama alla cautela
Un articolo pubblicato sull’International Journal of Hyperthermia riferisce che, oltre ai test in corso sugli animali e che riguardano diversi tipi di tumore, con l’istotripsia sono stati intrapresi tre studi clinici sull’uomo, negli Stati Uniti e in Europa, per il trattamento del cancro del fegato, dell’iperplasia prostatica benigna e della calcificazione valvolare. “L’istotripsia, chiamata anche cavitazione acustica, utilizza le onde sonore per distruggere il tumore”, spiega Luca Aldrighetti, primario dell’Unità Operativa Complessa di Chirurgia Epatobiliare dell’IRCCS Ospedale San Raffaele. “Ma in realtà possiamo considerare questa tecnica una sorta di rivisitazione in chiave moderna della già nota tecnica ‘shockwave’, che usa proprio gli ultrasuoni per determinare la distruzione di particolari tessuti”, aggiunge. Lo scienziato non è dunque particolarmente colpito dalla rivoluzionaria tecnica dell’istotripsia e neanche dalle evidenze scientifiche finora raccolte. “Non abbiamo ancora grandi dati, né studi di grande rilevanza”, spiega Aldrighetti, “ma solo quelle che in gergo chiamiamo ‘proof of concept’, prove di concetto, che ci dicono che questa tecnica è fattibile. Ma questi dati non ci dicono se la sua efficacia sia uguale o superiore agli altri approcci terapeutici in uso e già consolidati”, prosegue.
In effetti, che le energie fisiche, in questo caso gli ultrasuoni, siano in grado di distruggere tessuti biologici lo sapevamo da tempo. Pensiamo ai raggi e alle vibrazioni. “Ma per parlare di rivoluzione terapeutica bisogna capire esattamente quale sia il valore aggiunto di un nuovo approccio, in questo caso l’istotripsia”, aggiunge il prof Aldrighetti. “Ad esempio, dobbiamo rispondere alla domanda: questa tecnica funziona meglio dell’ablazione mediante micro-onde o radioterapia stereotassica contro l’epatocarcinoma oppure è più efficace della tecnica delle microwave che somministriamo con un ago direttamente nel fegato?”. Un altro valore aggiunto che ne giustificherebbe la sua applicazione è l’assenza di effetti collaterali o la mini-invasività a parità di efficacia con le altre tecniche. “In realtà, gli studi non ci dicono neanche se l’istotripsia distrugge completamente le cellule tumorali o se rischia di disperderne qualcuna nel torrente circolatorio”, precisa Aldrighetti. “Abbiamo insomma l’obbligo di essere cauti nelle nostre valutazioni per evitare di illudere o confondere i pazienti e i loro cari in cerca di cure efficaci contro forme tumorali molto aggressive”, conclude lo scienziato.
Certamente quindi l’istotripsia è un’interessante innovazione tecnologica che ha avuto l’approvazione dall’FDA americana, ma che è da considerare ancora con cautela e, soprattutto, con l’assoluta necessità di eseguire ulteriori studi clinici per confermare i promettenti risultati terapeutici iniziali.
Fonti:
Via il cancro con le onde sonore, ok alla istotripsia per il fegato (futuroprossimo.it)