Ideato un sistema che migliora l’efficacia dei farmaci usati per distruggere le cellule staminali del cancro.
Come colpire le cellule staminali cancerose
Un gruppo di scienziati giapponesi ha sviluppato un sistema di somministrazione dei farmaci che potrebbe essere utilizzato per colpire le cellule staminali cancerose (CSC) nel cancro del fegato o nel carcinoma epatocellulare.
Il ruolo delle CSC
Le cellule del tessuto tumorale sono suddivise in due gruppi principali: cellule tumorali e cellule staminali cancerose (CSC) o staminali tumorali.
Si ritiene che queste ultime siano responsabili della progressione e della diffusione del cancro, rendendo necessario la loro eliminazione per prevenire le recidive.
Un nuovo metodo per somministrare il farmaco direttamente nelle cellule staminali tumorali. Nel presente studio, i ricercatori della Osaka University e del Tokyo Institute of Technology, in Giappone, hanno cercato un metodo per somministrare un farmaco antitumorale (ubenimex) sulla superficie delle cellule staminali del carcinoma epatocellulare.
Dettagli dello studio
Il sistema di rilascio dei farmaci sviluppato dai ricercatori giapponesi permette di per incapsulare il farmaco Ubenimex in un particolare polimero chiamato PEG-b-PLys.
SI è quindi verificato che le cellule staminali del carcinoma epatocellulare esposte a PEG-b-PLys (Ube) siano andate incontro ad un aumento della morte cellulare programmata (apoptosi) e ad una ridotta proliferazione cellulare.
Raggiunta una riduzione della massa tumorala. I risultati
Successivamente, i ricercatori hanno eseguito la somministrazione intraperitoneale e l’iniezione endovenosa di PEG-b-PLYS (Ube) nei topi con tumore, dimostrando che la dimensione di quest’ultimo era stata significativamente ridotta.
Inoltre hanno anche dimostrato che la somministrazione di Ubenimex in combinazione con farmaci antitumorali esistenti (5-fluorouracile, cisplatino e doxorubicina) potrebbe aumentare sinergicamente l’apoptosi delle staminali tumorali, sia in vitro, sia nei topi.
Le considerazioni
L’autore dello studio, il professor Hideshi Ishii, ha osservato che i copolimeri a blocchi usati nella ricerca possono anche essere usati per incapsulare e fornire altri farmaci. Questo risultato, continua, potrebbe aprire la strada a terapie più mirate.
Trattamenti integrativi in oncologia
La ricerca si sta concentrando da tempo sulle cellule tumorali staminali, recentemente un team di ricerca italiano coordinato dal prof. Michele Carruba, del Dipartimento di Farmacologia dell’Università Statale di Milano ha presentato un Position Paper “ Trattamenti integrativi in Oncologia” nel quale sono state analizzate le principali ricerche in ambito di tumor reversion (SBGLab) ossia la possibilità di riprogrammare le cellule tumorali attraverso metodi epigenetici.
L’obiettivo delle prossime ricerche sarà quello di confermare l’azione di riprogrammazione che hanno i fattori di differenziazione staminale estratti dalle uova di zebrafish, più banalmente chiamati peptidi di pesce. Questi trattamenti epigenetici si inseriscono nell’ambito dei trattamenti integrativi in oncologia. (Per approfondire: http://oncovita.it/assets/position-paper_trattamenti_integrativi_oncologia.pdf).
Fonti:
http://www.nature.com/articles/s41388-018-0406-x
http://www.osaka-u.ac.jp/en
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