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Il digiuno aiuta il sistema immunitario a eliminare le cellule tumorali

Un team di ricerca internazionale ha dimostrato che il digiuno migliora l’azione anticancro delle cellule immunitarie chiamate Natural Killer (NK), globuli bianchi specializzati nel dare la caccia e eliminare patogeni, cellule tumorali e agenti tossici. L’effetto è stato osservato in modelli animali, ma gli scienziati ritengono che possa essere molto efficace anche nell’essere umano.

 

Il digiuno alleato anticancro

I ricercatori del “Programma Immunologia” hanno dimostrato che il digiuno ciclico o intermittente è in grado di migliorare, in modo significativo, l’azione del sistema immunitario contro i tumori, potenziando l’azione di speciali globuli bianchi chiamati linfociti Natural Killer (NK).

Essi sono cellule che riconoscono e annientano agenti patogeni esterni all’organismo come virus e batteri, così come cellule tumorali presenti nei tessuti o nel circolo sanguigno.

I Natural Killer si distinguono rispetto ai linfociti T citotossici per il fatto che, a differenza di questi ultimi, non hanno bisogno di una precedente esposizione all’antigene per attivarsi ed eliminarlo. Le cellule Natural Killer sono progettate, infatti, per attaccare e uccidere direttamente quelle  tumorali. Non a caso, una quantità elevata di cellule NK, associata ai tumori, è correlata, nei pazienti oncologici, ad una prognosi più favorevole.

 

La ricerca internazionale

Oggigiorno sappiamo con certezza, dati alla mano, che il digiuno è in grado di potenziare la difesa immunitaria favorendone l’azione contro il cancro. La scoperta è stata fatta su modelli murini, ma i ricercatori sono fiduciosi che lo stesso meccanismo positivo possa essere dimostrato, a breve, anche sull’uomo. Chiaramente andrà verificato attraverso studi clinici multicentrici progettati ad hoc. Gli autori dello studio sottolineano che ogni variazione del modello alimentare, e soprattutto l’introduzione di una fase sistematica di digiuno, devono sempre e comunque essere valutate dal proprio medico di fiducia o da uno specialista della nutrizione. Stop quindi al fai da te improvvisato, molte volte deleterio per la salute del paziente, e in particolare di quello oncologico.

A determinare che il digiuno ciclico sia in grado di migliorare la risposta del sistema immunitario contro il cancro, è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati statunitensi del Memorial Sloan Kettering Cancer Center (MSK) di New York, i quali hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi britannici del Dipartimento di Scienze della Vita dell’Imperial College e del Programma di Immunologia e Patologia Microbiologica del Weill Cornell Medical College di Londra.

I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Immunity.

I ricercatori, coordinati dai dottori Joseph C. Sun e Rebecca B. Delconte del “Programma di Immunologia”, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver sottoposto ad uno specifico schema alimentare 2 gruppi di roditori affetti da cancro.

Nello specifico, i topi del gruppo sotto osservazione potevano mangiare liberamente per cinque giorni consecutivi alla settimana, mentre nei due rimanenti  dovevano osservare 24 ore di digiuno con sola acqua a disposizione. Il gruppo controllo seguiva, al contrario, la sua normale dieta alimentandosi regolarmente per tutti i giorni del periodo della sperimentazione.

Negli animali sottoposti a digiuno intermittente è stato osservato un calo netto dei livelli di glucosio ematico con un contestuale aumento di acidi grassi, un “carburante alternativo” che le cellule Natural Killer hanno iniziato a utilizzare per migliorare la propria azione antitumorale.

Durante ciascuno di questi cicli di digiuno, le cellule NK hanno imparato ad utilizzare gli acidi grassi circolanti come fonte di combustibile alternativa al glucosio”, ha dichiarato la dottoressa Delconte in un comunicato stampa. “Ciò ottimizza la loro risposta antitumorale in quanto il microambiente neoplastico contiene un’alta concentrazione di lipidi e i NK sono in grado di penetrare nel tumore e sopravvivere meglio grazie a questo “allenamento” di tipo metabolico”, ha aggiunto l’esperta.

In pratica, l’esposizione agli acidi grassi ha dato ai linfociti NK una sorta di scudo per affrontare al meglio il complesso microambiente della massa tumorale ed eliminare così le cellule neoplastiche.

 

Il complesso meccanismo biochimico

Questa riprogrammazione metabolica è risultata, inoltre, associata ad una maggiore produzione di citochine, molecole proinfiammatorie immunitarie, legate alla risposta antitumorale. Durante il digiuno, infatti, le cellule NK tendono a migrare nel midollo osseo dove vengono esposte ad una proteina di segnalazione chiamata Interleuchina-12, la quale le induce a produrre ulteriori citochine, nello specifico l’interferone-gamma. Nel frattempo le cellule NK nella milza vengono istruite, in modo preciso e dettagliato, a metabolizzare i lipidi come fonte alternativa di energia.

Mettendo insieme questi due meccanismi, abbiamo scoperto che le cellule NK sono pre-innescate per produrre più citochine all’interno del tumore. E con la riprogrammazione metabolica, esse sono capaci di sopravvivere più a lungo nell’ambiente tumorale, specializzandosi ulteriormente in modo da acquisire proprietà antitumorali molto marcate”, ha spiegato la d.ssa Delconte.

 

Le conclusioni scientifiche

È noto che le cellule cancerose, essendo in continua replicazione, sono particolarmente voraci di metaboliti ad alto contenuto energetico e, infatti, spesso i medici chiedono ai propri pazienti di limitare o eliminare del tutto il consumo di determinati alimenti ipercalorici, i quali potrebbero accelerare la proliferazione e l’aggressività delle stesse cellule neoplastiche.

Il digiuno, come evidenziato dagli autori di questo studio  recentissimo, è in grado di riprogrammare le cellule immunitarie più letali rendendole meglio attrezzate per sopravvivere nel microambiente tumorale ostile e combattere così le cellule cancerose. Ciò potrebbe favorire anche le recenti tecniche di immunoterapia.

I nostri risultati identificano un legame tra restrizione dietetica e risposte immunitarie innate ottimizzate, con il potenziale per migliorare anche le strategie immunoterapeutiche”, spiegano Delconte e colleghi.

I ricercatori sottolineano però l’importanza di valutare il digiuno ciclico e i cambiamenti alimentari solo ed esclusivamente sotto stretto controllo medico, raccomandandosi di non fare scelte individuali che potrebbero essere controproducenti, anche perchè ogni paziente fa storia a sé.

Va sottolineato che i risultati sono stati osservati solo con test su modelli animali di laboratorio, pertanto sarà necessario attendere le conclusioni degli studi clinici sull’uomo, che partiranno nell’anno in corso, per sapere se effettivamente il digiuno migliori anche l’azione delle cellule Natural Killer nella nostra specie.

Il digiuno migliora anche gli effetti di radio e chemioterapia

Prima di curarsi con radio o chemioterapia, i pazienti dovrebbero sottoporsi ad un periodo di digiuno di 24 – 48 ore. Lo afferma una ricerca condotta dalla University of Southern California e pubblicata recentemente sulla rivista PLoS One, secondo la quale il digiuno contrasta e rende più vulnerabile il glioma, il più diffuso dei tumori cerebrali.

Nella sperimentazione di laboratorio, il gruppo di ricerca coordinato dal dr. Valter Longo, professore di Biogerontologia e direttore dell’Istituto sulla Longevità all’University of Southern California –  Davis School of Gerontology di Los Angeles,  ha analizzato gli effetti di digiuno abbinato a radioterapia, a chemioterapia, o quelli prodotti dalle singole tecniche ma senza restrizioni dietetiche.

Il gruppo di topi soggetti a sperimentazione ha mostrato come gli esemplari che sopravvivevano in numero maggiore erano quelli che affrontavano una fase di digiuno preparatoria alle terapie.

Il risultato dimostra che il digiuno ha un ruolo importante perché crea un ambiente ostile al tumore, il quale  diventa così più vulnerabile alle terapie” ha affermato il dr. Longo.
I ricercatori hanno notato che le cellule sane utilizzavano tutte le forme di energia disponibile per la sopravvivenza, diventando quindi più resistenti ai chemioterapici rispetto a quelle cancerose. Secondo i ricercatori, questo accade perché le cellule “affamate” entrano in uno stato quiescente, definito “di mantenimento”, caratterizzato dall’estrema resistenza allo stress, e riescono a sopravvivere aspettando che il periodo di privazione energetica si concluda. Le cellule cancerose invece, per loro natura non rispondono all’ordine di arrestare le loro attività e la crescita, e quindi di risparmiare energia.
Gli animali a dieta sembrano rispondere bene al trattamento, senza dolori o stress, mentre le cavie che non erano state messe a digiuno sono morte oppure hanno manifestato perdita di peso ed energia vitale.

Il nuovo approccio è stato mutuato dagli studi sull’invecchiamento cellulare condotti dallo stesso dr. Longo e ora attrae le attenzioni dei medici, nella speranza che si possa arrivare a nuovi approcci che consentano più alte dosi di chemio o radioterapia senza effetti collaterali nocivi sul paziente.

 

Articoli sul digiuno come terapia antitumorale 

https://www.oncolife.it/nutrizione-ed-integrazione/tumori-e-alimentazione-i-benefici-della-dieta-mima-digiuno/

https://www.oncolife.it/nutrizione-ed-integrazione/alimentazione-cancro-berrino-villarini/

 

Fonti

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38878769/ (articolo studio digiuno)

https://www.fanpage.it/innovazione/scienze/il-digiuno-aiuta-il-sistema-immunitario-a-uccidere-i-tumori-in-test-di-laboratorio/

http://www.dailymail.co.uk/health/article-2098363/Fasting-help-combat-cancer-boost-effectiveness-

https://italiasalute.it/8880/pag2/Il-digiuno-per-migliorare-radioterapia-e-chemio.html

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