Novità dalla ricerca

I benefici della Brachiterapia nella lotta contro il cancro alla prostata localizzato

I benefici della Brachiterapia nella lotta contro il cancro alla prostata localizzato

I pazienti possono essere trattati, per il loro carcinoma della prostata, in un solo giorno con una procedura ambulatoriale minimamente invasiva ed è stato scoperto che i pazienti possono riprendere le attività normali il giorno successivo.

Queste sono le parole che ha affermato Daniel J. Krauss, MD, oncologo presso la scuola di William Beaumont dell’Università di Oakland di Medicina a Royal Oak, Michigan.

Cos’è la brachiterapia?

La brachiterapia è un tipo di radioterapia utilizzata per trattare il tumore prostatico ed è spesso definita radioterapia interstiziale, in quanto la fonte delle radiazioni viene localizzata all’interno della prostata. In tale modo, è possibile colpire in modo più mirato il tumore prostatico, riducendo l’entità di danni collaterali agli altri organi nelle vicinanze (come il retto e la vescica).

A differenza della brachiterapia a bassa dose (LDR), dove gli impianti a base di sementi radioattivi vengono posti permanentemente nel corpo e gradualmente depositano radiazioni di bassa intensità per un periodo lungo mesi, i trattamenti HDR depositano invece la dose in un solo trattamento, dopo di che l’impianto radioattivo viene rimosso dal paziente.

La ricerca

La ricerca, che è apparsa nell’edizione del gennaio 2017 del Red Journal, ha presentato i risultati di uno studio clinico su 58 pazienti con carcinoma prostatico a basso o medio rischio (non metastatico): tutti i pazienti hanno ricevuto un singolo trattamento di brachiterapia HDR.  

Trascorsi tre anni dal trattamento, i valori di controllo del cancro e il profilo di tossicità sono stati infatti molto favorevoli con anche effetti collaterali a lungo termine nella norma.

La ricerca indica che la brachiterapia ad alta dose (HDR), somministrata in un singolo trattamento, può essere quindi sicura ed efficace per gli uomini con cancro alla prostata localizzato.

Questo studio dimostra che una dose potenzialmente curativa di radiazioni può essere rilasciata interamente nella prostata in modo sicuro e in una singola somministrazione“, ha affermato il dott. Krauss. “Dare l’intera dose in un unico trattamento teoricamente avrebbe potuto avere un impatto negativo maggiore sui tessuti in prossimità della prostata – vale a dire la vescica, l’uretra e il retto – ma questo non è stato riscontrato”.

“Mentre studi supplementari sono necessari per confermare la dose ottimale per la brachiterapia HDR a singola somministrazione, siamo ottimisti che l’approccio possa diventare una pratica standard per il trattamento del cancro alla prostata” ha concluso Krauss.

Fonti:

American Society for Radiation Oncology (ASTRO)

Krauss D., et all. Favorable Preliminary Outcomes for Men With Low- and Intermediate-risk Prostate Cancer Treated With 19-Gy Single-fraction High-dose-rate Brachytherapy. International Journal of Radiation Oncology*Biology*Physics, 2017; 97 (1):

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