La diagnosi di tumore stravolge la vita, in un attimo crolla ogni certezza e con queste i progetti per il futuro. D’istinto si cerca di aggrapparsi ai medici, alle statistiche, alle nuove terapie e all’affetto dei propri cari. Mano a mano che si affronta la malattia e la vita quotidiana torna a scorrere si recuperano le energie e la determinazione a combattere, ma spesso capita anche di dover affrontare notizie inattese come una risposta parziale alla terapia o un esame di controllo che non ha dato gli esiti sperati. La vita di un malato oncologico è perennemente sospesa tra l’ottimismo e la paura di nuove sorprese.
Sorprese che a volte possono essere molto belle, come ad esempio quella di incontrare medici quali il dott. Pier Mario Biava, un medico del lavoro che per una serie di coincidenze ha iniziato a dedicarsi oltre 30 anni fa alla cura dei tumori. Un medico che da speranza fin dal primo momento in cui lo si incontra: “ho visto molti casi disperati riprendersi in modo sorprendente: chi le ha detto che non ci sono più speranze?”. Basta sentire una frase di questo tipo, pronunciata guardandoti negli occhi, quasi a voler mostrare che non si tratta di una frase di circostanza, per far ritrovare tutta l’energia e la voglia di rimettersi a lottare.
Erano gli anni ‘80 quando Biava, tra i primi in Italia a studiare le correlazioni tra amianto e mesotelioma, si imbattè in una serie di lavori scientifici che mostravano come gli embrioni nelle prime fasi di sviluppo fossero immuni allo sviluppo di tumori.
Cosa protegge gli embrioni dai tumori?
Questa domanda lo ha accompagnato per tutta la vita fino a condurlo allo studio dell’epigenetica e della riprogrammazione tumorale. Per lui parlano oltre 100 articoli scientifici pubblicati su riviste internazionali di cui 40 indicizzati su Pubmed ed i principali raccolti nel progetto Oncovita (www.oncovita.it).
L’assoluta novità dei lavori di Biava e del suo gruppo di ricerca è rappresentata dal guardare il tumore da un punto di vista nuovo: non più la singola cellula malata con il suo DNA ma tutto il contesto intorno al quale il tumore si sviluppa.
Dopo molti anni di ricerche Biava riuscì a riprodurre in laboratorio l’effetto protettivo sui tumori che era stato osservato negli embrioni. Utilizzando gli stessi segnali biologici che in natura guidano la differenziazione delle cellule staminali è riuscito a “riprogrammare” molte tipologie di cellule tumorali e, o bloccarne la crescita, o in alcuni casi invertire il processo di sviluppo. Sarebbe troppo complesso entrare nei dettagli tecnici, per questi rimandiamo alle sue pubblicazioni (www.oncovita.it).
Nelle sue visite Biava spiega come una componente fondamentale che determina lo sviluppo di un tumore siano tutti quei segnali biologici che stimolano le cellule maligne a proliferare. Segnali che si producono a seguito del nostro metabolismo “sballato”, del nostro stress, ma anche a seguito delle mutazioni a carico dei geni. Esistono tuttavia dei segnali di “stop”, ossia molecole in grado di attivare dei processi di blocco e regressione della proliferazione tumorale. Ed è in questo che consiste il suo approccio terapeutico: fornire all’organismo i corretti segnali molecolari.
Questo non implica chiaramente la certezza di guarire ma rappresenta un’importante arma in più contro il tumore. Se a fianco alle terapie standard si associano questi protocolli di segnalazione biologica il risultato non può che portare ad una massimizzazione dei risultati che paradossalmente sono più sorprendenti nei casi più gravi “un aspetto che dovremo approfondire” spiega Biava.
Più di ogni altra parola parlano per lui i numerosi medici che negli anni si sono interessati a questo approccio e hanno partecipato a corsi e convegni per far proprie queste conoscenze. A seguito di questi corsi molti medici e nutrizionisti si sono associati in un gruppo di centri che mettono a disposizione dei pazienti oncologici l’esperienza terapeutica fin qui accumulata.
E’ così è nata L’equipe BiavaVITA365 una squadra di medici, biologi ricercatori specializzati in nutrizione che porta avanti le ricerche e la pratica clinica sviluppate dal dott. Biava. Lo stesso dottor Biava ha deciso di non visitare più direttamente, dedicandosi esclusivamente alla supervisione del lavoro clinico della sua equipe e alla ricerca.
Non un medico solo ma un’equipe che soddisfa tutti i bisogni del malato, unendo alla terapia standard tutti i professionisti che possono migliorare non solo la qualità di vita ma anche massimizzare i risultati nella lotta contro la malattia del paziente
Chi ne avesse necessità può entrare in diretto contatto con L’equipe BiavaVITA365 telefonando al numero di linea fissa 0247751180 oppure attraverso il numero verde 800-447735 o visitando il sito https://www.vita365.it/