Nutrizione ed integrazione

Funghi medicinali, ottimi per la prevenzione e la cura dei tumori

Oltre a mangiare funghi, culture di tutto il mondo li hanno usati in medicina per migliaia di anni.

Intorno al 450 a.C, il medico greco Ippocrate identificò il fungo Amadou come ottimale per ridurre l’infiammazione e cauterizzare le ferite mentre testi medici cinesi, risalenti al 206 a.C., descrivono il fungo Reishi come un tonico contro l’invecchiamento. L’uso diffuso di funghi medicinali continua ancora oggi in Oriente, con oltre 100 varietà utilizzate solo per curare il cancro, mentre il forte legame dei funghi con il rinforzo del sistema immunitario ha negli anni destato un interesse crescente in Occidente, soprattutto in ambito immunoncologico come terapia integrata. Il National Cancer Institute americano, per esempio, ad oggi annovera tra le terapie di supporto, l’utilizzo di quattro funghi medicinali.

 

Funghi medicinali e Oncologia integrata

I capisaldi dell’Oncologia integrata sono la prevenzione e la cura dei tumori attraverso l’utilizzo di terapie complementari abbinate a quelle tradizionali (chemio-radio-immunoterapia), basate anch’esse su solide prove scientifiche. In questo ambito, i funghi medicinali stanno attirando l’attenzione degli esperti per le loro proprietà curative. Alcune specifiche tipologie di funghi medicinali sembrano dimostrare, infatti, l’efficacia nel migliorare la sopravvivenza in persone affette da patologia oncologica in trattamento chemioterapico, e di altre specie fungine nel contribuire a rinforzare le naturali difese immunitarie dell’ospite trattato.

 

La parola a due esperti micologi italiani

I funghi vengono generalmente studiati in fitoterapia, anche se questo regno rappresenta un mondo a sé, molto diverso da quello delle piante – spiega Sergio Stinco, medico, micologo, fitoterapeuta ed esperto di Oncologia medica. I funghi sono divisi in Phylum. Quelli che interessano maggiormente in ambito clinico sono gli ascomiceti, tra cui il Cordyceps sinesis, i basidiomiceti tra cui si trova anche il rinomato fungo porcino e i denteromiceti, funghi imperfetti che non hanno la forma sessuata di riproduzione. In ambito terapeutico i funghi hanno prevalentemente un’azione immunomodulante, detossificante e adattogena, ovvero ottimizzano le energie corporee nelle situazioni di stress e agiscono per favorire il riequilibrio del metabolismo”.

Le molteplici attività dei funghi sono legate all’azione contemporanea di numerose molecole bioattive isolate e studiate sia in vitro che su modelli animali e quindi in vivo – approfondisce il dr. Filippo Bosco, dirigente medico presso l’Azienda ospedaliera universitaria di Pisa e referente per la Medicina complementare e l’Oncologia integrata del Centro senologico Regione Toscana. Queste sostanze  esercitano un’azione sinergica che ripristina l’omeostasi, e ciò  facilita i processi fisiologici necessari per adattarsi il più rapidamente possibile a situazioni di stress, aiutando così l’organismo a sopportare condizioni di carico fisico e psichico anomali, come quelli in un paziente oncologico. Gli estratti di funghi sono stati ampiamente studiati per i loro molteplici effetti terapeutici: possiedono infatti proprietà antimicrobiche, antinfiammatorie, cardiovascolari protettive, anti-diabetiche, epatoprotettive e antitumorali. Sono fondamentali nella modulazione immunitaria e possono, dunque, stimolare la risposta antinfiammatoria: per questo, vengono esplorati nel trattamento del cancro. È risaputo, poi, che i funghi attivano le cellule staminali ematopoietiche, i linfociti, i macrofagi, le cellule T, le cellule dendritiche e le cellule natural killer – prosegue il dr. Bosco. Un’ampia ricerca scientifica condotta negli ultimi 20 anni ha dimostrato che i funghi hanno potenti proprietà antineoplastiche che rallentano la crescita dei tumori attraverso la regolazione di alcuni oncogeni, l’inibizione dell’angiogenesi tumorale e l’aumento della fagocitosi delle cellule maligne. Inoltre, l’evidenza suggerisce che i funghi medicinali possono aumentare in modo sicuro l’efficacia della chemioterapia e contemporaneamente proteggere contro la soppressione ematopoietica del midollo osseo”.

 

Per quali tipi di tumore sono più indicati?

“I funghi medicinali hanno un effetto sia preventivo che adiuvante nelle terapie farmacologiche tradizionali utilizzate per i pazienti oncologici. Le loro proprietà sono utili in diverse tipologie di tumore. Possiamo citare diversi casi di risposta positiva – sottolinea a tal proposito il dr.  Bosco. Negli studi clinici, i funghi medicinali sembra migliorare la sopravvivenza delle persone con carcinoma gastrico e del colon e, sebbene l’evidenza non sia così forte, può anche giovare a quelli con altri tipi di cancro. Numerose ricerche  dimostrano che il Lentinan, estratto dai funghi Shiitake, estende la sopravvivenza nei pazienti con tumori dello stomaco, della prostata, del colon-retto e del fegato quando combinato con la chemioterapia.

Va considerato che, purtroppo, vi è un numero sempre crescente di pazienti con diagnosi di cancro ogni anno. Le persone a cui è stato diagnosticato un  tumore vogliono fare tutto il possibile per combattere la malattia, gestirne i sintomi e far fronte agli effetti collaterali dei radio/chemioterapici. Per questo molti si rivolgono alle medicine complementari. Sul fronte dei tumori più comuni, potremo citare, per esempio, il carcinoma dell’endometrio uterino, che è il tumore maligno più diffuso in ginecologia. Vi è tuttavia una mancanza di terapie curative, soprattutto per i pazienti con diagnosi in fase tardiva. In questo caso il Cordyceps sinesis, il Ganoderma lucidum e l’Agaricus Blazei Murill vengono ampiamente utilizzati come adiuvanti integratori nella cura di questo tumore. I principi attivi di questi funghi, in particolare, hanno un potente effetto inibitorio sulla vitalità cellulare e la proliferazione, molto probabilmente esercitata attraverso l’induzione di autofagia. I dati scientifici suggeriscono che questi estratti possono quindi essere utilizzati efficacemente come coadiuvanti nella terapia del tumore dell’endometrio.

Tra i funghi medicinali più spesso utilizzati vi è l’estratto di Ganoderma lucidum, di solito raccomandato come integratore di supporto del sistema immunitario nei pazienti oncologici in trattamento.  Recenti ricerche di laboratorio e prove precliniche sull’utilizzo di Ganoderma lucidum hanno mostrato risultati promettenti sulla sua attività antitumorale. L’evidenza clinica della sua efficacia è, tuttavia, ancora limitata ed è quindi necessaria una revisione sistematica per fornire informazioni collettive ai sanitari. In proposito è bene citare uno studio del 2016 che ha identificato e successivamente incluso cinque studi controllati randomizzati rilevanti, analizzando in totale 373 pazienti. I ricercatori hanno eseguito un’analisi statistica per riunire i dati disponibili provenienti da singole prove separate. Ne è emerso che i pazienti con estratto di Ganoderma lucidum nel loro regime antitumorale avevano una probabilità 1,3 volte maggiore di rispondere alla chemioterapia o alla radioterapia rispetto al gruppo controllo. I dati, tuttavia, non sono riusciti a dimostrare un effetto significativo sulla riduzione della massa tumorale quando l’estratto veniva usato da solo. Il Ganoderma lucidum, inoltre, potrebbe stimolare le funzioni immunitarie dell’ospite, aumentando considerevolmente le percentuali dei linfociti CD3, CD4 e CD8. L’attività delle cellule natural killer, che è stata suggerita come indicatore di autodifesa contro le cellule tumorali, è stata marginalmente elevata. Il gruppo che ha assunto l’estratto di Ganoderma lucidum ha dimostrato avere una qualità di vita migliore dopo il trattamento rispetto a quelli del gruppo che non avevano assunto l’integratore fungino. Dallo studio, infine, sono emersi alcuni casi di effetti collaterali minori associati al trattamento con Ganoderma lucidum, inclusi nausea e insonnia.” – conclude il dr. Bosco.

 

Prospettive future

Con migliaia di pubblicazioni scientifiche rilevanti e anni di utilizzo clinico, i funghi medicinali attendono ancora il loro posto sul podio delle terapie integrate più efficaci. Per questo il dr. Bosco e il suo team di ricerca hanno organizzato nel Novembre 2022 il Congresso nazionale “Funghi medicinali, attualità e prospettive” con l’obiettivo di creare sempre più interesse verso questo mondo ancora poco conosciuto. “La scienza è libera, non appartiene a qualcuno, ma all’umanità – sottolinea il dr. Bosco – e serve l’aiuto di tutti.(medici, pazienti e ricercatori) per portare la comunità scientifica a riconoscere la dignità che meritano i funghi medicinali.

Già da anni collaboriamo con diverse Università italiane ed europee per portare sempre più evidenze sull’importante miglioramento della qualità della vita, sulla riduzione degli effetti collaterali dei farmaci chemioterapici e sulla diminuzione dei tempi di recupero nei pazienti oncologici che li utilizzano come integrazione alle terapie ospedaliere.

Una migliore comprensione di come i funghi medicinali agiscono a vari livelli sui tumori passa necessariamente da uno stretto legame tra i risultati della ricerca scientifica e l’oncologia tradizionale, al fine di identificare il trattamento più appropriato per ogni individuo, prevenire effetti collaterali e complicanze e aumentare la sopravvivenza del paziente. Dai risultati di un caso di studio, pubblicato nel 2021, sul ruolo dei funghi medicinali nel cancro al cervello si evincono notizie incoraggianti per il miglioramento della qualità della vita nei pazienti. Questi risultati potrebbero fornire nuove informazioni sui possibili usi terapeutici dei funghi medicinali e suggerimenti utili per la preparazione di farmaci e nutraceutici per la lotta contro il cancro.

Affinchè le terapie integrate siano veramente efficaci, è necessario una sempre maggiore collaborazione tra oncologi e medici che utilizzano la micoterapia. La recente istituzione della Società italiana funghi medicinali (Sifm) può fornire infatti un ambito di discussione all’interno del quale armonizzare tutte le azioni nel campo della micoterapia in Italia, attualmente poco chiare e anche molto costose per i pazienti che vogliono avvicinarsi a questo tipo di medicina integrata” dichiara, infine, il dr. Bosco.

 

Fonti:

https://www.medicinaintegratanews.it/funghi-medicinali-rinforzano-chemioterapie-e-sistema-immunitario/

https://www.medicinaintegratanews.it/funghi-medicinali-e-modulazione-immunitaria/

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