Gli adipociti, o cellule adipose, possono assorbire e metabolizzare l’agente chemioterapico daunorubicina, riducendo l’efficacia del farmaco e contribuendo potenzialmente a risultati terapeutici più scarsi.
Ecco ciò che ha spiegato in un nuovo rapporto pubblicato su Molecular Cancer Research, Steven Mittelman, professore associato di pediatria e capo divisione di endocrinologia pediatrica presso l‘UCLA Mattel Il Children’s Hospital di Los Angeles.
Le considerazioni
“Le antracicline come la daunorubicina sono importanti agenti chemioterapici utilizzati in tantissimi tumori sia nei bambini che negli adulti, inclusa la leucemia“, ha detto Mittelman. “Abbiamo bisogno di capire meglio come alcune cellule leucemiche siano in grado di evitare e resistere a questa e ad altre chemioterapie, per sviluppare strategie più efficaci e per migliorare i nostri risultati terapeutici“.
Studi precedenti
Ricerche precedenti hanno dimostrato che l‘obesità è associata a esiti peggiori per diversi tipi di cancro, inclusi tumori della mammella, del colon, delle ovaie e della prostata. La ricerca ha suggerito come l’eccesso di adiposità possa influenzare il modo in cui i farmaci vengono assorbiti, metabolizzati ed escreti dal corpo.
Le conclusioni
Mittelman e colleghi hanno cercato di esaminare in che modo l’obesità potrebbe alterare l’efficacia della daunorubicina concludendo che: ” le cellule di grasso umano possono metabolizzare e inattivare una chemioterapia. Questo è importante per la leucemia e molti altri tumori che crescono nel midollo osseo o intorno alle cellule grasse, poiché ciò significa che le cellule di grasso potrebbero rimuovere la chemioterapia dall’ambiente e consentire alle cellule tumorali di sopravvivere“.
Il collega Etan Orgel, MD, MS, assistente professore di pediatria clinica presso la Keck School of Medicine presso la University of Southern California, ha detto che “una più profonda comprensione del processo potrebbe portare i medici a offrire un trattamento più efficace scegliendo o progettando farmaci chemioterapici che siano più resistenti agli enzimi nelle cellule di grasso“.
Potenziare gli effetti della chemioterapia
Al contrario recenti ricerche hanno dimostrato come alcune sostanze naturali siano in grado di potenziare gli effetti della chemioterapia. Un comitato di esperti conosciuti a livello internazionale, con il patrocinio dell’EMA (European Medical Association), ha infatti redatto un documento scientifico, sotto la direzione del prof. Michele Carruba, ordinario della facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Statale di Milano, che avalla queste ricerche: “Trattamenti integrativi in oncologia. I fattori di differenziazione cellulare come integrazione della chemioterapia“.
Fonti:
http://mcr.aacrjournals.org/content/15/12/1704
http://www.aacr.org/Newsroom/Pages/News-Release-Detail.aspx?ItemID=1111#.WiFxyLah28U
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