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Identificare i tumori con un “flash”

Identificare i tumori con un “flash”

È in fase di studio il nuovo sistema di microscopia, un progetto guidato dal Politecnico di Milano, per comprendere lo stato di salute di una cellula con maggior precisione e in modo non invasivo.

Un flash di luce laser per capire se una cellula è malata o sana. È il Politecnico di Milano a far da capofila al progetto “H2020 VIBRA”, un sistema di microscopia di nuova generazione che potrebbe essere a disposizione degli oncologi entro 10 anni.

Una tecnica non invasiva e precisa che permetterà al chirurgo di localizzare in tempo reale un tumore, comprenderne l’entità e la tipologia, per determinare immediatamente come operare il paziente.

L’identificazione di un tumore è sottoposta, oggi, al giudizio soggettivo del patologo, dopo l’ispezione visiva del tessuto al microscopio. Il nuovo progetto H2020 VIBRA (Very Fast Imaging by Broadband Coherent Raman), invece, offrirà maggiore precisione, guidando il lavoro del chirurgo in tempo reale.

Il team di sette persone, guidato da Dario Polli, docente di Fisica sperimentale al Politecnico di Milano, ha dato via al progetto al giugno del 2015, con scadenza fissata per il 2020.

Questo sistema di microscopia di nuova generazione si basa sulla spettroscopia Raman Coerente, che è in grado di visualizzare velocemente il contenuto chimico di un campione biologico per identificare i tumori nella biopsia umana, con maggiore precisione rispetto alle tecnologie attuali.

«Chiamiamo questa tecnica istopatologia virtuale e speriamo che diventi una realtà nel giro dei prossimi 10 anni – spiega Dario Polli, Referente del Progetto VIBRA – La strada è lunga, ma i risultati incoraggianti. Abbiamo terminato la realizzazione di un primo prototipo di microscopio e l’abbiamo testato su campioni standard di riferimento. Il prossimo passo è applicarlo a cellule e tessuti per verificarne le potenzialità diagnostiche. Lavoreremo in stretto contatto con biologi e medici per questo, in modo da realizzare uno strumento veramente utile e facile da usare per chi lo andrà ad utilizzare in futuro».

Fonte:
Politecnico di Milano
QUI le specifiche del progetto

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