La tecnologia sviluppata presso la Western University’s Schulich School of Medicine & Dentistry può fornire informazioni importanti per capire come i pazienti rispondano o meno al trattamento per un cancro ovarico avanzato.
Un test clinico multicentrico ha dimostrato che la CT Perfusion, che misura il flusso ematico e il volume del sangue nei tumori associati al cancro ovarico, può fornire una precisa previsione di quanto sia efficace un trattamento, consentendo ai medici la possibilità di pianificare meglio il trattamento.
Le considerazioni
“La CT sta affinando l’analisi del cambiamento del flusso sanguigno in un tumore prima e dopo il trattamento“, ha dichiarato Ting-Yim Lee, professore presso la Schulich School e scienziato presso il Lawson Health Research Institute e presso il St Joseph’s Health Care di Londra. “In questo caso particolare possiamo vedere che il flusso di sangue tende a diminuire in coloro che sopravviveranno più a lungo senza sintomi, mentre per quelli, i cui sintomi sono ricomparsi entro sei mesi, abbiamo visto un maggior flusso sanguigno dopo il loro trattamento“.
Lo studio
Lo studio, è stato pubblicato sulla rivista Clinical Cancer Research e gli autori hanno sottolineato che nel 60-85 per cento dei pazienti con tumore ovarico si avrà una ricaduta dopo il trattamento iniziale. Utilizzando la perfusione CT per individuare quali pazienti abbiano maggiori probabilità di beneficiare di una terapia specifica, si potrà selezionare meglio il paziente e pianificare un trattamento mirato.
Nel futuro
Gli autori sottolineano inoltre che, anche se il processo è promettente, ulteriori studi sono necessari per convalidare i risultati attuali.
“Utilizzando questo metodo possiamo vedere un cambiamento nel flusso sanguigno già da quattro settimane dopo il trattamento. Ciò significa che non dobbiamo aspettare molti mesi per determinare se i sintomi ricorrono, perché siamo in grado di determinare l’efficacia del trattamento molto prima “, conclude Lee.