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Come vivono i bambini la malattia di un genitore

Come vivono i bambini la malattia di un genitore

Quando un genitore si ammala di cancro e deve sottoporsi alle cure è inevitabile che tutta la famiglia ne risenta. Ma i bambini come la vivono?

Durante la cerimonia di consegna degli Oscar 2020, il premio come Miglior cortometraggio animato è andato a Hair Love un cartone che nella sua semplicità ci ha fatto riflettere su tematiche importanti.

La storia vede protagonista  una bambina afroamericana che vuole essere al meglio per un appuntamento speciale: sceglie l’abito brillantinato rosa, le scarpe verde acqua e poi, la sfida più difficile, domare i suoi folti e crespi capelli.  La piccola ci prova ma sembra una sfida impossibile, chiede aiuto al padre che si trova impreparato. La bambina è delusa perchè è importante avere la giusta acconciatura per andare a trovare la mamma malata in ospedale. Una mamma che i capelli non li ha più. 

Come vive un bambino la malattia della mamma o del papà?

I bambini si accorgono sempre della tensione o dei cambiamenti nella routine. E’ importante non nascondere la malattia, nel tentativo di proteggerli, loro cercheranno di dare una spiegazione alla «strana atmosfera» che regna in casa, rischiando di giungere a conclusioni che spesso sono ancora più gravi della realtà stessa.

È necessario spiegare loro cosa stia accadendo, le parole vanno sicuramente scelte a seconda dell’età, e vanno rassicurati. I bambini più piccoli difficilmente capiranno la malattia a differenza di quelli più grandi. L’importante è dialogare: spesso hanno paure di cui tendono a non parlare, per esempio la preoccupazione che il genitore stia per morire oppure di essere causa della malattia o ancora che la malattia possa colpire anche loro. Può accadere che cambino il loro comportamento a scuola o con gli amici.

È fondamentale far capire loro che la malattia di un genitore non è motivo per cui debbano rinunciare alla loro vita e che anche divertirsi e voler stare con gli amici è giusto e non

devono sentirsi in colpa. 

Alcuni suggerimenti della Lega Cancro

  • Prepara tuo figlio ai cambiamenti più immediati: Chi cucina? Chi lo aiuta a fare i compiti? 
  • Mostra i tuoi sentimenti e spiega «Sono triste e arrabbiato di essere malato. Per questo, ogni tanto, mi viene da piangere o perdo la pazienza più in fretta di una volta. Il mio comportamento, però, non ha nulla a che vedere con te.» 
  • Ammetti tranquillamente di non sapere qualcosa. Cerca però sempre una risposta alla sua domanda. 
  • I cambiamenti drastici destabilizzano i bambini. Troppe incognite, troppi imprevisti e troppe incertezze li disorientano: non riescono più a capire che cosa stia accadendo e si sentono indifesi. Per evitare ciò, occorre strutturare le giornate, stabilire regole (che cosa è permesso e che cosa no, regole di convivenza) e seguire dei rituali. 

La malattia però tocca anche il coniuge

Non trascuriamo un altro importante aspetto: non sono solo i figli a dover affrontare cambiamenti ma anche i partner.

Un gruppo di ricercatori dell’Università di Palermo ha pubblicato recentemente sulla rivista Oncology uno studio che dimostra che alcune variabili psicologiche come la depressione e un attaccamento di tipo ansioso o evitante tra i partner influenzano negativamente la capacità di adattamento. “La relazione della coppia può essere condizionata da vari fattori, come la gravità del tumore, la presenza o meno di problemi coniugali, il significato che il paziente e il coniuge danno alla malattia, ma anche dal tipo di attaccamento tra i coniugi, che può determinare il benessere e la soddisfazione nella vita della coppia” scrivono gli autori dell’articolo. “Ogni coppia può reagire al cancro in modo differente: alcune sono capaci di adattarsi all’impatto emozionale della diagnosi e alle implicazioni del trattamento, mentre altre sviluppano un alto livello di stress che le porta a reagire in modo inadeguato. Questo può causare continui conflitti e incomprensioni, allontanando emotivamente i partner e, nei casi più critici, inducendoli alla separazione”.

Il suggerimento è comunicare e condividere pensieri e preoccupazioni: il lavoro di squadra supporta sicuramente di più che affrontare la malattia in solitudine.

La malattia costituisce una dura prova per tutti: bisogna avere fiducia nei bambini e nelle loro capacità di adattamento, e fiducia in noi stessi e nelle nostre competenze di genitori. Niente può sostituire l’amore per i figli. Loro lo sentono e troveranno molte delle forze necessarie per affrontare il presente e l’avvenire. 

Ed ora vi lasciamo a questo meraviglioso video sperando che la dolcezza di questa bambina vi strappi un sorriso.

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