La natura è così complessa che ancora oggi parecchie molecole naturali utilizzate nel trattamento del cancro non possono essere prodotte mediante sintesi chimica. Ancora adesso le principali società chimiche e farmaceutiche devono raccogliere grandi quantità di piante e semi rari per estrarre sostanze.
Da un lato la natura ci mette a disposizione un’infinità di sostanze potenzialmente utili per combattere il cancro, dall’altro non siamo ancora in grado di produrle in quantità sufficienti. E l’estrazione è condizionata dalle quantità di piante a disposizione e dalle tecniche di estrazione.
Resta quindi necessaria trovare nuovi metodi di produzione di queste sostanze con metodi più sostenibili, non va infatti dimenticato che questi metodi di estrazione e produzione sono dannosi per l’ambiente e generano grandi quantità di rifiuti chimici. Inoltre c’è il rischio che nel tempo queste piante possano estinguersi.
Le stesse Nazioni Unite hanno iniziato a diffondere nuove norme per la produzione di queste sostanze, soprattutto nel terzo mondo.
Trasformare le cellule di lievito in piccole fabbriche
Recentemente un progetto finanziato dalla Comunità Europea chiamato MIAMi ha messo a punto dei nuovi processi di produzione di queste sostanze naturali, si chiama biocatalisi.
I ricercatori si sono concentrati su una pianta molto indiana rara e dotata di importanti proprietà antitumorali, si tratta della Rauvolfia Serpentina. Questa pianta produce naturalmente molecole con effetto antitumorale ma non è ancora possibile produrre le stesse sostanze al di fuori dei cicli biochimici della pianta.
L’obiettivo dei ricercatori è quello di inserire nelle cellule del lievito i geni che nella pianta servono per codificare gli enzimi di sintesi delle sostanze naturali. Si tratta di trasformare in vere e proprie fabbriche le cellule di lievito.
Fonte:
Technical University of Denmark. “Scientists to produce anti-cancer drugs in yeast.” ScienceDaily. ScienceDaily, 7 December 2018.