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Tumore al seno: nel 70% dei casi si potrà evitare la chemioterapia

Tumore al seno: nel 70% dei casi si potrà evitare la chemioterapia

Una nuova classe di pazienti con tumore al seno nella fase iniziale potrebbe presto trattare il cancro senza chemioterapia.

Questo è il risultato dello studio pubblicato sul New England Journal of Medicine.

Oncotype DX, il test per esaminare il tumore al seno

Oncotype DX è un test genomico che esamina l’attività di alcuni geni all’interno di un campione di tumore.

È stato recentemente testato sulle persone con tumore al seno al primo stadio.

Valutazione del tumore al seno, come si esegue il test

Il test si esegue dopo l’intervento chirurgico ed esamina i 21 diversi geni noti per svolgere un ruolo nello sviluppo del cancro al seno.

Esso valuta la probabilità di ricorrenza del cancro al seno attraverso una scala di 100 punti, da 0 a 100. Più il punteggio è alto (26-200) più il rischio di recidiva sarà maggiore e, in quel caso, suggerisce i benefici della chemioterapia. Più è basso (0-10) meno è probabile che ritorni il cancro e che la chemioterapia possa dare benefici. Cosa succede invece per le donne con punteggio 11-25?

Studi precedenti e il nuovo studio per capire il trattamento migliore in base al punteggio

Fino a questa nuova ricerca, pazienti e medici non avevano tutte le informazioni di cui avevano bisogno per raccomandare un trattamento basato sui risultati particolari di un paziente.

Ecco perché è nata l’esigenza di questo nuovo studio. “Prima di TaylorX non sapevamo con certezza quale fosse il trattamento migliore per le donne con punteggio fra 11 e 25. Per questo abbiamo condotto questo studio ottenendo una risposta definitiva”, ha detto  Joseph A. Sparano, dell’Albert Einstein Cancer Center di New York, vice direttore del gruppo di ricerca Ecog-Acrin che ha condotto lo studio. “Tutte le donne con un cancro allo stadio iniziale di età inferiore a 75 anni dovrebbe fare il test e discutere i risultati con l’oncologo”.

La ricerca

Lo studio ha avuto un campione di 10.273 donne affette dalla forma più comune di questa patologia, e quindi con i recettori ormonali positivi e Her2-negativo.

Oltre 6000 di esse ha avuto un punteggio intermedio (11-25) e sono state assegnate a ricevere chemioterapia e terapia ormonale o solo ormoterapia.

Dai risultati è emerso che, dopo 7 anni e mezzo, i due tipi di trattamenti sono risultati equivalenti e quindi non c’è stato un vantaggio nell’aggiungere la chemio e, di conseguenza, tutti i suoi effetti collaterali. L’unica eccezione è stata per le pazienti più giovani sotto i 50 anni che hanno comunque giovato della doppia terapia.

Le considerazioni

Il nostro studio dimostra che la chemioterapia può essere evitata in circa il 70% dei casi nelle donne in cui il test è indicato, quindi limitando al 30% la porzione di pazienti per cui la chemio può effettivamente portare dei benefici, ha spiegato Joseph A. Sparano.

Le conclusioni

Questa scoperta certamente non elimina la chemioterapia come uno strumento praticabile, ma molto probabilmente significa che un numero enorme di pazienti avrà l’opportunità di ricevere trattamenti più personalizzati su misura in futuro.

Fonti:
https://www.nejm.org/doi/10.1056/NEJMoa1804710
http://www1.udel.edu/chem/C465/senior/fall98/Cancer2/methods.html
https://www.cancercenter.com/treatments/hormone-therapy/
http://www.breastcancer.org/treatment/chemotherapy/side_effects
https://www.mskcc.org/cancer-care/patient-education/oncotype-dx
https://www.cancer.gov/types/breast/breast-hormone-therapy-fact-sheet#q2
https://choice.npr.org/index.html?origin=https://www.npr.org/sections/health-shots/2018/06/03/616298863/for-some-breast-cancer-patients-the-chemo-decision-just-got-easier

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