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Tumore al seno e farmaco anti-nausea: come le cellule malate possono essere bloccate sul nascere

Tumore al seno: identificata l’alterazione genetica che resiste alla terapia

 

A dimostrare l’esistenza di questa inedita interazione tra neuroni e cellule tumorali è uno studio, condotto dalla Rockefeller University di New York, su topi e cellule coltivate in laboratorio.

I risultati, pubblicati sulla prestigiosa rivista internazionale Nature, mostrano, inoltre, che il farmaco aprepitant, utilizzato per trattare gli attacchi di nausea, può bloccare la comunicazione tra le cellule nervose mammarie e quelle tumorali.

 

Lo  studio

La sperimentazione  è solo l’ultima di una serie di ricerche sulla relazione tra cancro e sistema nervoso.

Ma questa scoperta è unica, in quanto i ricercatori statunitensi hanno osservato, per la prima volta in assoluto, che i nervi sensoriali interagiscono direttamente con i tumori mammari per favorire la diffusione delle cellule trasformate, anziché innescare risposte immunitarie che impediscano la formazione e la crescita della massa neoplastica.

 

Per Timothy Wang, scienziato alla Columbia University di New York, il quale però non è stato coinvolto direttamente nello studio, l’attenzione rivolta ai nervi sensoriali è la parte più interessante della sperimentazione:

Queste fibre nervose sono molto abbondanti nel seno e sempre sensibili alle stimolazioni esterne”, afferma. “Sto arrivando a pensare che il sistema nervoso sensoriale sarà da considerare tra i più importanti, in assoluto, nel mediare la crescita dei tumori solidi“, aggiunge.

 

È una scoperta molto importante che potrebbe non solo rivoluzionare le cure per il tumore al seno ma anche bloccare l’avanzata delle metastasi. Il protagonista positivo di tale blocco è un farmaco, già in commercio, che viene assunto dai pazienti con frequenti  attacchi di nausea:

 

I risultati della ricerca

Alcuni scienziati della Rockefeller University di New York hanno scoperto il legame tra i nervi sensoriali presenti nel nostro organismo e la crescita dei tumori al seno e la loro diffusione.

I risultati ottenuti sia su cavie di roditori che su linee cellulari mammarie fatte crescere in laboratorio, hanno messo in luce il ruolo di un neuropeptide, indicato come proteinaP, il quale riuscirebbe a “guidare” la replicazione e la diffusione delle cellule tumorali.

La scoperta è molto interessante perché, colpendo questo bersaglio molecolare, si potrà interrompere l’avanzata del cancro sul nascere, riducendone quindi la potenzialità metastatica.

Inoltre, la sperimentazione ha evidenziato che un farmaco tutt’ora in commercio, l’aprepitant, comunemente usato per trattare la nausea, può prevenire, in modo efficace, la formazione delle metastasi a distanza.

 

Scoperta entusiasmante!

“L’iperattivazione dei neuroni è stata osservata per i tumori che crescono nel cervello, ma questa è la prima volta che la vediamo in un tumore epiteliale come è nel caso del cancro al seno“, ha  dichiarato la D.ssa Veena Padmanaban, ricercatrice post-dottorato alla Rockfeller University di New York e autrice principale dello studio. pubblicato sull’ultimo numero di Nature.

Questa è una scoperta entusiasmante: nessuno aveva mai visto i nervi periferici rilasciare un segnale, potente e continuo, per incrementare la formazione delle metastasi“.

Il legame tra le cellule cancerose e il sistema nervoso non è di certo una novità per gli scienziati che sanno già da tempo che i tumori solidi primari secernono proteine ​​che si servono dei nervi nell’area del tumore come nel caso di quelli della testa e del collo, di colon e pancreas, per scatenare tumori secondari metastatici nell’area prostatica e gastrica.

 

L’innervazione sensoriale

Fino a oggi, però, era un mistero come il sistema nervoso riuscisse a favorire la progressione delle metastasi nel cancro al seno anche se non era un’ipotesi bizzarra visto che il tessuto dei seni è ricco di nervi sensoriali e, nella letteratura scientifica, sono presenti numerosi articoli sull’innervazione del tumore al seno.

“Avevamo prove che l’innervazione massiccia era associata a esiti peggiori nel cancro mammario”, spiegano dalla Rockefeller University. “E quando abbiamo esaminato i tumori del cancro al seno, abbiamo in effetti verificato che i tumori altamente metastatici avevano reclutato molta più innervazione sensoriale di quelli ad esito più favorevole”.

 

Qual è il farmaco anti-nausea?

Nei vari esperimenti su modelli animali, il team di scienziati è riuscito ad impedire la crescita e la formazione delle metastasi, in varie tipologie di tumore al seno, quando i topi sono stati trattati con aprepitant, il farmaco normalmente somministrato alle pazienti in chemioterapia per evitare la nausea da trattamento.

“Poiché l’aprepitant è già approvato e sicuro, gli oncologi potrebbero prendere in considerazione studi clinici multicentrici per testare l’impatto positivo di questo farmaco sull’interruzione della  progressione del cancro nei pazienti con cancro al seno metastatico”, afferma il Dr. Tavazoie, ricercatore e docente all’Università americana.

“Il nostro lavoro potrebbe aiutare a colmare il divario tra i campi della biologia delle metastasi e quello  della neuroscienza, incoraggiando i biologi oncologi e i neuroscienziati a lavorare in sinergia  per mettere a frutto gli strumenti dei loro specifici settori d’indagine”.

 

Dialogo tra cellule nervose e cancro

Lo studio è iniziato quando il Dr. Sohail Tavazoie, oncologo alla Rockefeller University di New York, e i suoi colleghi stavano cercando i geni che guidano la diffusione metastatica del cancro.

Gli scienziati si sono però accorti che la ricerca continuava a far emergere geni coinvolti anche nel sistema nervoso e hanno così iniziato a chiedersi se quest’ultimo e le cellule tumorali comunicassero per promuovere le metastasi.

Per scoprirlo, i ricercatori hanno esaminato la presenza di proteine ​​prodotte dai nervi nei tumori al seno, scoprendo che i tumori mammari che avevano più neuroni avevano anche maggiori probabilità di diventare invasivi rispetto a quelli con meno tessuto nervoso.

In seguito, la D.ssa Veena Padmanaban, ricercatrice oncologica anche lei alla Rockefeller University, ha sviluppato un metodo per far crescere le cellule del tumore al seno di topo e i loro neuroni sensoriali nella stessa capsula di Petri per coltura tissutale.

In questo modo il team di ricerca ha scoperto che la presenza di cellule tumorali stimola i nervi, in ​​queste colture, a produrre un neuropoeptide, chiamato proteinaP, che è coinvolto nelle risposte al dolore e all’infiammazione.

 

Una neuroproteina per la crescita del tumore

I ricercatori hanno quindi esaminato numerosi campioni di cancro al seno prelevati da esseri umani e hanno scoperto che i tumori con alti livelli di proteinaP avevano maggiori probabilità di diffondersi ai linfonodi.

Secondo i ricercatori, la proteinaP innesca, infatti, una reazione a catena molecolare che attiva i geni associati alle metastasi.

Per questo motivo hanno proposto un nuovo modo per bloccare questa cascata molecolare utilizzando un farmaco anti-nausea, un neurolettico, che viene già somministrato ad alcuni malati oncologici quando ricevono la chemioterapia.

Il team ha scoperto che il farmaco, chiamato aprepitant, rallenta la crescita del tumore nei topi e riduce l’invasività delle cellule tumorali cresciute in coltura assieme a sezioni di nervi sensoriali.

L’aprepitant viene attualmente somministrato, nei pazienti, solo per pochi giorni durante i cicli chemioterapici, ma i primi risultati suggeriscono che, nei prossimi studi clinici, i pazienti oncologici potranno assumere il farmaco per un periodo più lungo e quindi, si ipotizza, con esiti più efficaci sul blocco delle metastasi a distanza.

In conclusione, i nervi sensoriali svolgono un ruolo fondamentale non solo nel percepire stimoli fisici, ma anche nel regolare la risposta emotiva e psicologica delle persone.

Sono strettamente legati al benessere complessivo, perché influenzano la gestione del dolore, delle emozioni e della qualità della vita.

Dal punto di vista psicologico, il loro coinvolgimento in una malattia così complessa come il cancro al seno potrebbe aprire nuove prospettive per trattamenti più integrati, che considerino non solo la guarigione fisica ma anche il benessere mentale.

 

Riuscire a intervenire su questi nervi sensoriali significa, quindi, agire anche sulle sensazioni di dolore e ansia, migliorando l’esperienza complessiva del paziente durante il suo personale percorso di cura.

 

Articoli sull’interazione sistema nervoso – cancro

https://www.oncolife.it/lavori-scientifici/agire-sui-nervi-per-bloccare-la-progressione-del-cancro/

https://www.oncolife.it/novita-dalla-ricerca/il-piacere-potrebbe-stimolare-il-cervello-a-rallentare-il-cancro/

 

Fonti

https://www.rockefeller.edu/news/36228-link-discovered-between-sensory-neurons-and-breast-cancer-metastasis/ (comunicazione della Rockfeller University)

https://www.nature.com/articles/s41586-024-07767-5 (articolo su Nature)

https://www.ilgazzettino.it/esteri/tumore_seno_farmaco_anti_nausea_effetto-8288469.html

https://www.ilgiornale.it/news/farmaci-e-terapie/farmaco-anti-nausea-tumore-seno-funziona-2356879.html

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