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Tumore al polmone: un anticorpo monoclonale che distrugge solo le cellule maligne

Tumore al polmone: un anticorpo monoclonale che distrugge solo le cellule maligne

È arrivato in Italia l’anticorpo monoclonale Keytruda (pembrolizumab), il farmaco approvato per essere usato come prima terapia in alcune neoplasie del polmone, incluse quelle inoperabili, per le quali finora esisteva solo il trattamento della chemioterapia.

Si tratta di un nuovo anticorpo monoclonale, un “farmaco intelligente” in grado di colpire e demolire il tumore del polmone fino ad oggi incurabile. Il suo effetto nella terapia è stato definito rivoluzionario, infatti “ha il potenziale di trasformare il modo in cui viene trattato il cancro del polmone metastatico non a piccole cellule”, ha dichiarato il dottor Roy Baynes, responsabile dello sviluppo clinico e medico presso Merck Research Laboratories.

Il farmaco “biologico” si è rivelato un’arma efficace e selettiva, in grado di aggredire solo ed esclusivamente le cellule neoplastiche, potenziando il sistema immunitario del paziente ammalato e inducendolo a riconoscere e distruggere tutte le cellule maligne.

Come funziona il farmaco?

Keytruda è un anticorpo monoclonale anti-PD-1 (morte cellulare programmata 1), che attiva il sistema immunitario stimolando la proliferazione delle cellule T, una delle classi più importanti di linfociti, le quali montano una risposta immune più attiva contro le cellule tumorali.

Blocca l’interazione tra il recettore PD-1 ed il suo ligando PD-L1, che regola in condizioni normali le cellule T del sistema immunitario. Bloccando tale legame permette alle cellule T di attivarsi e proliferare, così da attaccare le cellule tumorali.

Con questo funzionamento cambia completamente il paradigma di aggressione del tumore:  Keytruda infatti elimina solo le cellule tumorali, si lega unicamente alle cellule bersaglio per le quali è stato programmato, ed ha un meccanismo d’azione opposto rispetto a quello della chemioterapia, perché riattiva il sistema immunitario bloccato dal tumore, stimolandolo a riconoscere le cellule neoplastiche, ad attaccarle e indurle ad autodistruggersi.

Gli anticorpi monoclonali si sono già dimostrati in grado di curare, ed addirittura di guarire definitivamente molte neoplasie del sangue un tempo mortali (linfomi, mielomi e leucemie), e da circa 10 anni sono utilizzati anche per la cura dei tumori solidi.

Lo studio

Uno studio, pubblicato sul Lancet Oncology, ha testato 300 pazienti con tumore polmonare in fase molto avanzata, dimostrando che dopo oltre un anno il 70% dei malati, dichiarati incurabili, trattati con l’anticorpo monoclonale era vivo ed in buone condizioni, rispetto a circa il 40% di quelli trattati con la sola chemioterapia, ed inoltre si è osservato più del 50% di riduzione del rischio di progressione della malattia, mentre è stata certificata addirittura triplicata la sopravvivenza libera da progressione della malattia.

In futuro

È in atto una sperimentazione su altri tipi istologici di neoplasia polmonare, ed anche sui carcinomi maligni di altri organi, come quelli del colon e del pancreas, con risposte finora molto incoraggianti.

Questo è un primo importante passo verso il futuro, che vedrà “l’immuno-oncologia” sostituire la classica chemioterapia.

 

Fonte:

https://firstwordpharma.com/node/1449103

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