Un recente studio si concentra sul potenziale impatto che la febbre infettiva ha sull’incidenza del cancro. Approfondisci lo studio qui.
Il potenziale impatto della febbre infettiva sulle cellule T
Modelli ricorrenti nei resoconti dei pazienti suggeriscono l’esistenza di una relazione inversa tra storia personale di febbre infettiva e rischio di cancro, e questi modelli sono documentati in decenni di letteratura medica.
Tuttavia le prove a supporto di questa correlazione continuano ad essere principalmente aneddotiche. In “Toward Antitumor Immunity and Febrile Infections: Gamma/Delta (γδ) T Cells Hypothesis” pubblicato su The Quarterly Review of Biology, alcuni studiosi (nello specifico Wieslaw Kozak, Tomasz Jedrzejewski, Malgorzata Pawlikowska, Jakub Piotrowski e Sylwia Wrotek) propongono un’ipotesi meccanicistica che si concentra sul potenziale impatto che la febbre infettiva ha su un particolare sottogruppo di cellule T, noto come cellule T gamma / delta (gd).
La relazione inversa tra febbre e incidenza del cancro, la scoperta
Sulla base di precedenti ricerche e dati sperimentali, gli autori sostengono che l’esposizione ripetuta alla febbre aumenta la capacità delle cellule T di Gd di rilevare anomalie cellulari e di favorire ambienti inospitali che distruggono le cellule maligne. Questo documento è il primo a riconoscere il ruolo che le cellule T gd possono svolgere come partecipanti a questa relazione inversa.
Cos’è la febbre infettiva?
La febbre infettiva è la reazione difensiva e adattativa che si verifica quando il sistema immunitario di un organismo entra in contatto con i pirogeni esogeni (per pirogeno si intende una qualsiasi sostanza in grado di provocare l’innalzamento della temperatura corporea. In questo caso le sostanze sono introdotte dall’esterno) o con il pattern molecolare associato ai patogeni (PAMP). Dopo il riconoscimento di questi pirogeni esogeni, i mediatori endogeni, noti anche come pirogeni endogeni, attivano il sistema febbrile.
Secondo il precedente lavoro di Shephard insieme ai suoi colleghi, un sistema febbrile è composto da tutti i meccanismi responsabili della facilitazione della febbre e dei vari sistemi che colpisce. I meccanismi di termoregolazione sono attivati, con conseguente aumento della temperatura corporea del corpo di un organismo.
Le considerazioni
Gli autori approfondiscono ulteriormente la funzione dei mediatori endogeni, come le citochine.
“In breve, i mediatori endogeni della febbre reindirizzano i substrati metabolici e l’energia al sistema immunitario durante la febbre, aumentando notevolmente la frequenza di una vasta gamma di difensori immunitari, inclusi i linfociti che esprimono i recettori gd eterodimeri, che possiedono una potente competenza anti-infettiva e antitumorale”, scrivono gli autori.
Le cellule T gamma / delta possiedono recettori (TCR) costituiti da eterodimeri gamma / catena delta. Infatti gli autori affermano che gli unici attributi dei linfociti T del gd consentono alle cellule di attivare processi che aiutano a ridurre il rischio di cancro, come la sorveglianza immunitaria e attaccando le cellule cancerose. Le cellule T Vg9Vd2 sono in grado di rispondere a vari tipi di cancro, come carcinoma, linfoma, prostata, mieloma e sarcoma. L’esposizione alle infezioni espande significativamente la quantità di cellule T gd. Durante l’infezione, le cellule Vg9Vd2 di sangue possono aumentare di numero fino a costituire il 60% della quantità totale di linfociti.
Le conclusioni e nel futuro
Mentre le ricerche precedenti e le attuali pratiche di immunoterapia del cancro si concentrano prevalentemente sulle cellule T alfa / beta, l’analisi dell’interazione tra la febbre e le cellule T gd può generare ulteriori indagini sul maggiore impatto e sui benefici clinici di questa relazione.