Da una ricerca californiana arrivano i batteri kamikaze che, armati di veleni anti-cancro, si autodistruggono dopo aver completato la loro missione.
Jeff Hasty e il suo team presso l’Università della California hanno sintetizzato dei ceppi batterici in grado di produrre tre tipologie di sostanze anti-cancro: una che distrugge le pareti cellulari, una che mette in allarme il sistema immunitario e una che uccide le cellule tumorali. Il batterio, per rilasciare questo tipo di sostanze, è programmato a suicidarsi. Proprio come in una missione kamikaze.
I ricercatori hanno testato i batteri kamikaze su delle cavie da laboratorio malate di tumore al fegato, osservando come effettivamente i batteri riuscissero a rallentare la crescita del tumore. L’effetto poi era ancor più massiccio se, oltre ai batteri, venivano effettuati cicli di chemioterapia.
Una terapia innovativa ma soprattutto mirata
Questo nuovo metodo è a tutti gli effetti il primo a rilasciare un trattamento farmacologico scegliendo di programmare batteri che, dopo aver attaccato, muoiono.
L’innovazione più importante, però sta nel fatto che il rilascio dei farmaci avviene in maniera mirata e limitata alle cellule malate. Cosa che la chemioterapia ancora non è in grado di fare. Infatti, sembra che questi batteri, per ripararsi dall’attacco del sistema immunitario, siano in grado di localizzare autonomamente il tumore e di insediarvici, lasciando al riparo i tessuti circostanti.
Una bella scoperta che potrebbe rappresentare una soluzione agli effetti collaterali causati dalle terapie oggi più utilizzate per combattere il cancro.
Fonti:
M.O. Din et al., “Synchronized cycles of bacterial lysis for in vivo delivery,” Nature, 2016.