Ogni anno in Italia vi sono oltre 5mila diagnosi di tumore dell’ovaio.
I sintomi sono spesso vaghi e sovrapponibili ad alcuni dei più comuni disturbi dell’apparato digerente.
Per questo motivo la diagnosi arriva troppo spesso quando la malattia è già in fase avanzata.
Quanto è diffuso il tumore ovarico?
In Italia, solo nel 2016, sono stati diagnosticati 5200 nuovi casi di tumore ovarico, dei quali più del 75% in fase avanzata.
Questo tipo di tumore è più frequente in menopausa, nelle donne tra i 50 e i 65 anni di età, può colpire, però, anche in età più giovane.
Purtroppo nel nostro Paese il tumore ovarico rappresenta la quarta causa di morte per tumore nelle donne sotto i 50 anni e la quinta in quelle tra i 50 e i 69 anni.
Le diverse origini cellulari del tumore ovarico
Esistono diversi tipi di tumore ovarico, che si sviluppano da diversi tipi di cellule presenti nelle ovaie.
- I carcinomi epiteliali, che si sviluppano sulla superficie delle ovaie e che rappresentano il 90% dei casi;
- Carcinomi ovarici che si sviluppano dalle cellule germinali, cioè quelle cellule che producono gli ovuli;
- Tumori delle cellule stromali, che si sviluppano nel tessuto connettivo; di solito colpiscono le donne di età inferiore ai 30 anni.
Talvolta i tumori che originano in altre parti dell’organismo si diffondono alle ovaie.
I fattori di rischio del tumore ovarico
Vi sono dei fattori che aumentano il rischio di tumore ovarico, fra questi vi sono:
- L’età avanzata, il fattore più importante;
- Una familiarità di primo grado; una madre, una sorella o una figlia che hanno avuto un tumore ovarico costituiscono una familiarità da non sottovalutare;
- Aver avuto la prima gravidanza in età avanzata;
- Aver avuto il primo ciclo mestruale molto giovani;
- Essere entrate in menopausa tardi;
- Avere già avuto un tumore all’utero, al seno o al colon, oppure avere una familiarità con queste patologie.
I sintomi del tumore ovarico
Molte donne non avvertono sintomi fino allo stato avanzato del carcinoma.
Il primo sintomo è dato da un fastidio all’addome inferiore, che può essere interpretato come sintomo di un’indigestione.
Altri sintomi sono la distensione gassosa addominale, la perdita dell’appetito (dovuta alla compressione dello stomaco), coliche gassose e lombalgia.
Infine l’addome si dilata a causa dell’ingrossamento dell’ovaio e dell’accumulo di liquido nell’addome (ascite). A questo stadio insorgono il dolore pelvico, l’anemia e la perdita di peso.
La diagnosi precoce del tumore ovarico
Purtroppo il cancro dell’ovaio è una malattia subdola perché i sintomi sono molto generici; ciò porta ad un ritardo nella diagnosi.
Inoltre, ad oggi, non esistono test di screening utili ad effettuare una diagnosi precoce del tumore dell’ovaio. Per questa ragione, insieme poi alla mancanza di sintomi specifici, nella maggior parte dei casi la diagnosi viene fatta ad uno stadio avanzato della malattia.
A darci una speranza sono i risultati dello studio, effettuato dall’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano in collaborazione con l’Università Statale di Milano, sul naso elettronico.
I risultati finora sono stati promettenti e hanno spinto i ricercatori a mettere a punto il secondo step di ricerca.
Il naso elettronico per la diagnosi precoce del tumore ovarico
Sulla rivista scientifica Cancers, è stato recentemente pubblicato uno studio ( condotto dall’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e dall’Università Statale di Milano ) sull’utilizzo di una tecnologia, il naso elettronico, per la diagnosi precoce del tumore ovarico, che sembra promettere una svolta molto importante.
Il Direttore dell’Unità di Oncologia Ginecologica dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, Francesco Raspagliesi, spiega che: “la presenza del tumore determina modificazioni di tutta una serie di processi metabolici, a cui segue il rilascio di sostanze volatili organiche”.
Le tracce della malattia sono presenti nel respiro sotto forma di molecole volatili; il naso elettronico ha permesso di individuare la presenza di alcune di queste sostanze nel respiro delle donne malate.
Lo studio è stato condotto su 251 donne, divise in tre gruppi:
- 86 con carcinoma ovarico diagnosticato
- 51 con una diagnosi di masse benigne
- 114 sane come gruppo di controllo
Tra le 7 e le 7.30 del mattino e a digiuno, le pazienti ed il gruppo di controllo, hanno effettuato un respiro lento attraverso un boccaglio collegato ad una sacca di raccolta.
Alle donne è stato chiesto di fare un unico respiro lento al fine di inglobare nella sacca anche il respiro alveolare, cioè la parte che viene espulsa dall’ interno dei polmoni e delle vie aeree inferiori, dove avviene lo scambio gassoso con il sangue.
E’ proprio questa porzione di respiro che può contenere le sostanze volatili organiche che segnalano la presenza del tumore.
I risultati del test hanno discriminato le pazienti affette da carcinoma ovarico dalle donne sane. Questo suggerisce che il naso elettronico potrebbe essere una tecnica non invasiva per la diagnosi del tumore ovarico.
Come funziona il naso elettronico
E’ uno strumento che comprende una serie di sensori chimici aspecifici, in grado di rispondere alle sostanze volatili, generando segnali che vengono acquisiti ed elaborati da software specifici.
In questo modo si ottiene “l’impronta olfattiva” tipica di ciò che si sta analizzando.
Il naso elettronico simula il processo biologico di percezione dell’odore, rispetto al naso umano ed è altrettanto veloce.
La percezione dell’odore del naso elettronico, inoltre, non è influenzato da variabili ambientali e dall’effetto di saturazione o adattamento e si rivela per questo più sensibile.
Gli studi per raggiungere l’obiettivo desiderato continuano. Attualmente l’equipe di studiosi sta mettendo a punto un naso elettronico più sofisticato che possa identificare l’esatta natura dei composti volatili.
Approfondendo questa conoscenza, i composti volatili potrebbero costituire dei marcatori utili per la diagnosi precoce del tumore ovarico.
Fonti:
https://www.airc.it/news/brca-e-tumore-allovaio-le-novita-dalla-ricerca-1020