I farmaci immunoterapici agiscono stimolando l’ immunità adattativa o specifica. In presenza di un microrganismo patogeno l’immunità specifica si basa sull’attivazione mirata dei linfociti B e T, cellule specializzate in funzioni immunitarie, ed è caratterizzata dall’importante specificità dei recettori coinvolti (gli anticorpi nel caso dei linfociti B e il cosiddetto recettore delle cellule T, ovvero il T-cell receptor, nel caso dei linfociti T).
Una nuova ricerca di un team internazionale co-guidato da George Hajishengallis della University of Pennsylvania School of Dental Medicine suggerisce che il sistema immunitario innato (immunità aspecifica), che risponde più in generale agli invasori corporei, può essere una componente importante ma trascurata del successo dell’immunoterapia.
Allenare il sistema immunitario con il β-glucano
Il loro lavoro, pubblicato sulla rivista Cell, ha scoperto che “l’allenamento” del sistema immunitario innato con β-glucano, un composto derivato da funghi, ha incentivato la produzione di cellule immunitarie innate, in particolare i neutrofili, fondamentali per prevenire o attaccare i tumori.
“L’attenzione nell’immunoterapia è posta sull’immunità adattativa ma le cellule immunitarie innate, o cellule mieloidi, non sono mai state considerate così importanti. Eppure il nostro lavoro suggerisce che le cellule mieloidi possono svolgere un ruolo fondamentale nella regolazione del comportamento del tumore” ha affermato Hajishengallis, co-autore senior del lavoro.
L’attuale studio si basa su un precedente lavoro pubblicato su Cell da Hajishengallis e che ha dimostrato che “l’immunità addestrata”, provocata dall’esposizione al composto derivato dal fungo β-glucano, migliora il recupero immunitario dopo la chemioterapia.
I ricercatori hanno anche dimostrato che la “memoria” del sistema immunitario innato era contenuta nel midollo osseo, nelle cellule staminali ematopoietiche che fungono da precursori delle cellule mieloidi.
I ricercatori hanno isolato i neutrofili da topi che avevano ricevuto l’allenamento immunitario innato tramite l’esposizione al β-glucano e li hanno trasferiti, insieme alle cellule che crescono in tumori del melanoma, a topi che non avevano ricevuto β-glucano. La crescita del tumore è stata significativamente attenuata.
Per supportare ulteriormente questo legame tra i precursori mieloidi e la qualità protettiva dell’immunità addestrata, gli scienziati hanno eseguito trapianti di midollo osseo, trasferendo cellule del midollo osseo da topi “addestrati” a topi non addestrati che hanno combattuto i tumori molto più efficacemente.
L’esperimento si è basato sulla memoria dei precursori del midollo osseo dei neutrofili dei topi donatori addestrati, che sono stati trasferiti mediante trapianto ai topi riceventi e hanno dato origine a neutrofili con capacità di uccidere il tumore.
“Questo è un concetto rivoluzionario che può essere sfruttato terapeuticamente per l’immunoterapia contro il cancro negli esseri umani“, dice Hajishengallis, “in particolare trasferendo i neutrofili da donatori addestrati a beta-glucano a pazienti affetti da cancro che ne sarebbero destinatari“.
Fonti:
https://penntoday.upenn.edu/news/priming-immune-system-attack-cancer