Da molti tipi di tumore si può guarire e per diversi altri le possibilità di tenere sotto controllo la malattia per lunghi periodi aumentano grazie alla diagnosi precoce e ai trattamenti terapeutici sempre più efficaci.
I dati dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica
Oggigiorno, quasi il 70% delle persone colpite da tumore riesce a superare la malattia. Percentuali che salgono nelle due forme di tumore tipiche del sesso maschile e femminile: 91% per il tumore alla prostata e 87% per quello al seno.
I dati arrivano dall’Aiom, l’Associazione Italiana di Oncologia Medica, che ha recentemente presentato un’ampia relazione sullo stato dell’Oncologia in Italia.
Se gli italiani che attualmente convivono con una forma di tumore sono più di 3 milioni, al contempo circa 2 milioni di persone possono affermare di avere sconfitto definitivamente la patologia oncologica. In tantissimi hanno infatti beneficiato di diagnosi precoci sempre più puntuali e di terapie più efficaci e innovative rispetto al passato.
“Questi interventi consentono ai pazienti di vivere a lungo, in alcuni casi più di 5 anni con una buona qualità di vita, anche se colpiti da patologie particolarmente aggressive come il melanoma avanzato che fino a pochi anni fa era caratterizzato da una sopravvivenza di soli 6-9 mesi. È per questo motivo che servono più finanziamenti per ricerca e prevenzione, per far diventare il cancro sempre più una malattia a decorso cronico e quindi curabile in modo definitivo”, sottolinea il prof. Carmine Pinto, presidente nazionale di Aiom.
Per assicurare a tutti i pazienti la miglior forma di assistenza, l’Aiom ha proposto anche “la creazione immediata di un Fondo Nazionale per l’Oncologia da finanziare – come spiega il prof. Pinto – con l’aumento delle accise sul tabacco, cioè 1 centesimo in più per ogni sigaretta venduta”.
Quattro tumori su dieci sono evitabili con la prevenzione
Sul fronte della diagnosi è necessario invece migliorare l’aspetto dell’appropriatezza diagnostica, avverte l’Associazione. Questo è un problema che riguarda in particolare i marcatori tumorali a causa dell’esecuzione di troppi esami impropri:
“Il loro uso sta diventando eccessivo rispetto al numero dei pazienti oncologici in quanto vengono spesso attuati in persone non colpite dalla malattia. La soluzione è rappresentata dal creare un’uniformità di protocollo, a livello nazionale, sulle indicazioni per l’uso appropriato di tali marcatori tumorali”, afferma la prof.ssa Stefania Gori, vicepresidente di Aiom. “L’eccessivo utilizzo di esami in scenari inappropriati rappresenta infatti un problema socio-sanitario complesso, con evidenti conseguenze psicologiche e fisiche sul paziente e, al contempo, pesanti ricadute economiche sull’organizzazione e la fruizione dei servizi sanitari”, rimarca il prof. Carmine Pinto.
Prevenire è sempre meglio che curare
Nella battaglia contro il cancro, oltre al necessario trattamento clinico, centrale è la prevenzione e la diagnosi precoce. Infatti il 40% dei casi di tumore può essere evitato grazie ad uno stile di vita sano: non fumando, non bevendo superalcolici, mangiando in modo sano e facendo regolare attività fisica. Su questo versante l’impegno dell’AIOM è costante. Sono tante le campagne di prevenzione a cui questa Associazione ha lavorato, dalla prima campagna nazionale per la prevenzione del tumore alla prostata e del cancro negli anziani denominata “Meglio smettere!”, contro il fumo di sigaretta, a quella informativa sulla profilassi contro l’HPV, il Papilloma Virus Umano, causa di diverse forme di tumore come quello al collo dell’utero.
Tumore del testicolo, 9 pazienti su 10 sconfiggono la malattia e nel 70% diventano genitori
Nove uomini su 10 riescono a guarire dal tumore del testicolo e nel 70% dei casi non devono rinunciare alla paternità. Due buone notizie che arrivano dal V Convegno Nazionale dell’Italian Germ cell cancer Group (IGG) dal titolo “The evolving scenario of the male germ cell tumors”, convegno a cui hanno partecipato urologi, radioterapisti e medici specialisti provenienti da tutta Italia, e l’Associazione Italiana Tumori del Testicolo (AITT) che da anni lavora a stretto contatto con i clinici.
Dalle relazioni è emerso che oltre 63mila uomini in Italia vivono con un tumore germinale del testicolo, malattia altamente curabile ma che non deve essere sottovalutata. Ben il 93% dei pazienti è senza malattia a cinque anni dalla diagnosi e può essere quindi considerato guarito. I trattamenti risultano molto efficaci, con sempre meno effetti collaterali, ma impattano ancora fortemente sulla vita della persona. “E’ una neoplasia in cui i risultati in termini di guarigioni sono eccellenti – sottolinea il prof. Ugo De Giorgi, direttore dell’Oncologia Clinica e Sperimentale presso l’Istituto Romagnolo per lo Studio dei Tumori (IRST) “Dino Amadori” e Segretario di IGG. “Tuttavia la diagnosi del tumore presenta ancora delle conseguenze non trascurabili sulla vita psicofisica del paziente“.
Preservare la paternità
Il testicolo è un organo fortemente associato alla mascolinità, alla sfera sessuale e ovviamente anche alla fertilità. La patologia colpisce soprattutto uomini con meno di 40 anni e un paziente guarito ha il diritto di tornare ad una vita normale anche dal punto di vista sessuale. Tra i miglioramenti più sensibili, la possibilità di preservare la fertilità. Oggi la paternità, dopo la somministrazione delle terapie, è raggiunta in oltre il 70% dei casi.
“La fertilità si può preservare oramai anche per chi ha subito l’asportazione del testicolo e poi ha ricevuto chemio o radioterapia“, spiega De Giorgi. “Bisogna però inserire il malato in un adeguato percorso di assistenza e stabilire quali esami svolgere, con quali tempistiche e se prevedere o meno il coinvolgimento dell’andrologo o di altri specialisti“.
Fondamentale il supporto delle associazioni di pazienti: “L’Associazione Italiana Tumori del Testicolo – precisa il dr. Nicola Nicolai, direttore della Struttura Complessa di Urologia e Chirurgia del Testicolo – Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, e presidente IGG – è molto attiva con varie iniziative, in molteplici livelli inclusi i social, e il suo promotore, il dr. Domenico Di Nardo, è coinvolto da tempo nella stesura delle linee guida nazionali Aiom in collaborazione con IGG e, di recente, anche in quelle europee della Società Europea di Urologia“.
Stili di vita più sani e diagnosi precoce per sconfiggere il cancro: la parola all’esperto
La buona notizia che circola nei principali Convegni di Oncologia nazionali e internazionali è che la mortalità dovuta ai tre principali big killers – polmone, prostata e colon-retto – è in forte diminuzione a partire dagli anni novanta. Cosa ha determinato queste variazioni?
Vediamolo caso per caso, col prof. Pier Paolo Di Fiore, direttore dell’Istituto di ricerca IFOM di Milano:
- Cancro al polmone. Il rapido aumento, registrato tra gli anni trenta e gli anni novanta, è senza dubbio dovuto alla diffusione dell’abitudine al fumo. All’opposto, alla base della recente diminuzione dell’incidenza e della mortalità ci sono state le campagne di sensibilizzazione e le legislazioni anti-fumo che hanno spinto alla sua netta riduzione. Si è trattato quindi di un intervento molto importante di prevenzione primaria, cioè di rimozione delle cause da parte della sanità pubblica.
- Cancro alla prostata. Qui il perché la mortalità sia in diminuzione è più controverso. Una possibilità è che ciò sia da attribuire alla diagnosi precoce di questo tumore, che si effettua con un test del sangue chiamato PSA. Tuttavia ci sono fortissimi dubbi se questo test ematico sia effettivamente “utile” e alcuni studiosi hanno anche sottolineato come la riduzione del cancro alla prostata coincide in realtà con la diminuzione dell’abitudine al fumo. Alcuni miglioramenti terapeutici potrebbero infine aver contribuito alla riduzione della mortalità.
- Cancro al colon-retto. Anche in questo caso, la mortalità è in costante diminuzione dagli anni novanta. Ciò è in larga parte dovuto ai programmi di screening (diagnosi precoce) legati alla ricerca del sangue occulto nelle feci e, in parte minore, ai miglioramenti terapeutici. L’impatto della dieta, nel corso del tempo, ha probabilmente anche giocato un ruolo importante in tale diminuzione.
Adesione agli screening oncologici, stop al fumo, una dieta adeguata e una buona attività fisica sono quindi gli stili di vita migliori per cercare di non ammalarsi di cancro e intraprendere, qualora necessarie, le strategie terapeutiche ottimali per raggiungere percentuali di guarigioni sempre più elevate.
Fonti:
https://www.mezzopieno.org/2023/si-muore-sempre-meno-per-i-tumori-nel-mondo/
https://www.ilsaggiatore.com/libro/il-prezzo-dellimmortalita/
Credit photo: https://blogunisalute.it/incidenza-tumori-italia/