Il carcinoma della vescica è la quinta forma di cancro più frequente in Italia. Nonostante ad ammalarsi siano soprattutto gli uomini, sono le donne a rischiare di più la vita perché nel sesso femminile la diagnosi arriva troppo spesso in ritardo.
Fattori di rischio
«Il fumo è responsabile di almeno il 50 per cento dei tumori delle vie urinarie – sottolinea Walter Artibani, professore di Urologia all’Università di Verona e Segretario generale della Siu -. Non dimentichiamo, infatti, che la vescica è l’organo che ha il compito di raccogliere l’urina che viene filtrata dai reni, prima di essere eliminata dal corpo. I tabagisti hanno da 4 a 5 volte più probabilità di ammalarsi rispetto ai non fumatori, ma il rischio si riduce con la cessazione del fumo, tornando dopo circa 15 anni approssimativamente quello dei non fumatori».
Altri fattori di rischio:
- esposizione cronica alle ammine aromatiche e nitrosamine (frequente nei lavoratori dell’industria tessile, dei coloranti, della gomma e del cuoio),
- esposizione a radioterapie che hanno coinvolto la pelvi,
- assunzione di farmaci come la ciclofosfamide e la ifosfamide
- infezione da parassiti come Bilharzia e Schistosoma haematobium, diffusi in alcuni paesi del Medio Oriente (Egitto in particolare).
Anche la dieta ha un ruolo importante: fritture e grassi consumati in grande quantità sono associati a un aumentato rischio di ammalarsi di tumore della vescica.
Esistono infine prove a favore di una componente genetica quale fattore predisponente.
I sintomi
I sintomi con cui si può presentare il tumore della vescica sono comuni anche ad altre malattie che colpiscono l’apparato urinario.
Manifestazioni frequenti sono:
- la presenza di sangue nelle urine (ematuria) e la formazione di coaguli,
- la sensazione di bruciore alla vescica quando si comprime l’addome,
- la difficoltà e il dolore a urinare,
- la maggior facilità a contrarre infezioni.
Essendo i sintomi comuni ad altre malattie urinarie, le donne tendono a sottovalutarli perché più frequentemente soffrono di cistiti o di perdite ematiche. E’ invece importante avere qualche scrupolo in più, niente allarmismi ma è bene parlarne con il proprio medico per fare eventuali accertamenti in caso di qualsiasi episodio di ematuria ripetuta.