I termini usati dai medici sono spesso incomprensibili: ecco una breve guida per capirne di più
Non sempre siamo preparati ad affrontare i colloqui con i medici, in particolare se dobbiamo parlare della nostra salute e di quella dei nostri cari.
Spesso rischiamo di non comprendere bene quanto ci viene riferito; può capitare infatti che non conoscere certe terminologie possa farci sottovalutare una situazione oppure faccia insorgere in noi paure ingiustificate.
Quando si parla di tumori, ad esempio, è inevitabile parlare di “stadiazione”, che serve al medico per fare una prognosi, pianificare una terapia, e prevedere il decorso della malattia. Generalmente i tumori del medesimo stadio vengono trattati nello stesso modo: allo stadio iniziale con la chirurgia o con la radioterapia e ad uno stadio avanzato con la chemioterapia. Tuttavia alcuni tumori, come le leucemie, vengono classificati diversamente.
Cosa si ricerca con le indagini cliniche
Con gli esami clinici si indaga innanzitutto la localizzazione e la dimensione del tumore primario, la sua eventuale diffusione nelle aree circostanti e la presenza di eventuali tumori secondari anche tramite il controllo dei linfonodi.
I linfonodi, chiamati anche ghiandole linfatiche, sono piccoli organi tondeggianti o a forma di fagiolo, situati lungo le vie linfatiche che si diramano e raggiungono tutte le parti del corpo, ma invece del sangue trasportano la linfa, un liquido incolore o tenuemente giallastro, limpido od opalescente, contenente molti globuli bianchi incaricati della difesa dell’organismo. Ognuno di noi ha circa 600 linfonodi, spesso aggregati tra loro, soprattutto in punti strategici come il collo, le ascelle, l’inguine o l’addome. In queste punti si organizza la risposta difensiva del sistema immunitario nei confronti di agenti estranei potenzialmente pericolosi, provenienti dall’esterno (come virus o batteri) oppure dall’interno (come nel caso di cellule che da normali si trasformano, diventando maligne).
Molti tipi di tumore si diffondono nei linfonodi prima di intaccare altre parti del corpo, dando origine alle metastasi.
I diversi tipi di analisi
La classificazione clinica viene fatta con l’ausilio di esami specifici come radiografie, TAC, Risonanza magnetica, PET, prelievi del sangue e biopsie.
Dopo un intervento chirurgico i medici fanno invece una classificazione patologica, che potrebbe differire da quella clinica, e che mette a disposizione dei medici informazioni più precise sullo stato di salute del paziente.
Il sistema di classificazione dei tumori più comune è il sistema TNM, che utilizza una codifica composta da lettere e numeri. Ad esempio
La lettera T identifica il tumore primario; e T1, T2, T3 e T4 descrivono la sua dimensione (più il numero è alto più la patologia è diffusa).
La lettera N riguarda i linfonodi; N0 indica che non sono stati intaccati, mentre i numeri presenti dopo la lettera N descrivono la dimensione, la posizione e/o il numero dei linfonodi intaccati.
La lettera M riguarda le metastasi: se M0 indica che non sono state mentre M1 ne segnala la presenza.
Una valutazione globale dei valori di T, N e M classificare lo stadio del tumore, che nella maggior parte dei casi è contraddistinto da un numero Romano da I a IV, dove IV indica uno stadio più avanzato.
Per alcuni tipi di tumore vengono utilizzati anche altri parametri come il grado, il tipo di cellula, la localizzazione e i marcatori (ad es. nel tumore alla prostata viene utilizzato il PSA prostate-specific antigen).
È importante sapere che lo stadio di un tumore non cambia rispetto a quello diagnosticato inizialmente anche se il tumore cresce, si riduce o scompare dopo i trattamenti oncologici. Possono tuttavia essere aggiunte informazioni sulla situazione aggiornata a seguito di interventi e/o terapie.
Per avere ulteriori informazioni a riguardo si può accedere al sito www.cancer.org e chiedere chiarimenti rivolgendosi al proprio medico.
Fonte:
https://www.cancer.org/treatment/understanding-your-diagnosis/staging.html