Alcuni dei farmaci più comuni per il trattamento dell’ipertensione possono rendere più sensibile la pelle di molti pazienti. Il rischio è che se questi pazienti, senza saperlo, si espongono troppo al sole, potrebbero creare un mix di azioni che danneggiano la pelle al punto da favorire l’insorgenza di cancro alla pelle, nello specifico del carcinoma a cellule squamose.
I risultati sono stati resi noti dal dott. Sidsel Arnspang, dell’Università di Copenaghen e dal dott Armand Cognetta della Florida State University che nell’occasione ha dichiarato “La combinazione di vivere e soggiornare nella soleggiata Florida mentre si assume idroclorotiazide sembra essere una condizione che mette a serio rischio i pazienti”.
Il carcinoma della pelle a cellule squamose
Il carcinoma a cellule squamose è un tipo di cancro della pelle che viene facilmente trattato e raramente è causa di morte del paziente, tuttavia resta sempre una grave condizione della pelle che sarebbe bene evitare.
I ricercatori della Florida State University hanno osservato che l’idroclorotiazide, una delle principali sostanze contenute in certi diuretici, se assunta costantemente per lunghi periodi può aumentare il rischio di insorgenza di questo tipo di cancro della pelle.
Secondo gli studi il 10% di tutti i casi di carcinoma a cellule squamose è il risultato dell’assunzione prolungata di un diuretico contenente idroclorotiazide.
Monitorare e consultare il medico per prevenire
Il consiglio che i ricercatori danno ai chi assume alte dosi di diuretico e per tempi prolungati è sempre quello di consultare il proprio medico, evitare di esporsi troppo al sole e controllare con maggior attenzione la pelle
Fonte:
Journal of the American Academy of Dermatology, 2017; doi: 10.1016/j.jaad.2017.11.042
- Sidsel Arnspang, David Gaist, Sigrun Alba Johannesdottir Schmidt, Lisbet Rosenkrantz Hölmich, Søren Friis, Anton Pottegård. Hydrochlorothiazide use and risk of non-melanoma skin cancer: A nationwide case-control study from Denmark. Journal of the American Academy of Dermatology, 2017; DOI: 10.1016/j.jaad.2017.11.042