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Consumo di latte e predisposizione di cancro al seno: il punto del dott. Berrino

Consumo di latte e predisposizione di cancro al seno: il punto del dott. Berrino

Una donna su 10 sviluppa un cancro al seno nel corso della vita. Il prof. Franco Berrino, direttore emerito del dipartimento di Medicina Preventiva dell’Istituto dei Tumori di Milano, spiega che quando c’è uno sviluppo precoce, che compare in età molto giovane (35 anni) è probabile che ci sia una familiarità quindi è consigliabile fare un test genetico. 

Cancro al seno ereditario

Il 75% circa dei tumori mammari è di tipo sporadico, cioè si sviluppa nella popolazione generale in assenza di familiarità ed è per lo più correlato a fattori ambientali. Il restante 25% dei tumori mammari è invece di tipo familiare o ereditario.

Ci sono due geni che sono stati scoperti responsabili di circa il 50% delle forme ereditarie di tumori della mammella e/o dell’ovaio:

Gene BRCA1 presente sul cromosoma 17

Gene BRCA2 presente sul cromosoma 13.

Se si riscontrasse una variazione dei BRCA è estremamente importante fare controlli ravvicinati e anche considerare la possibilità dell’intervento, drammatico, della mastectomia preventiva che non elimina al 100% il rischio ma lo riporta  a quello di una persona “normale”. 

Come ridurre la probabilità che questa mutazione porti al cancro

Avere questa mutazione non significa ammalarsi per certo tuttavia le donne con questa anomalia genetica hanno un rischio di sviluppare tumore al seno del 50% maggiore rispetto alle donne che non hanno la mutazione

Ma Perchè l’altro 50% non si ammala?

Ci sono tanti studi effettuati all’Istituto dei Tumori di Milano in merito all’importanza dell’alimentazione per le donne che hanno la mutazione genetica dei BRCA. E la prima raccomandazione che emerge è: non bere latte

Il latte non è un fattore di rischio per il cancro alla mammella in generale ma è un fattore di rischio per chi ha questa predisposizione familiare.

Un’altra raccomandazione è di non prendere la pillola anticoncezionale perchè è stato riscontrato che in queste donne il rischio di sviluppare il cancro è maggiore.

Quindi, conclude il prof. Berrino, “ possiamo seguire queste due importanti raccomandazioni per ridurre le probabilità che questa mutazione porti al cancro”.
Per vedere il video dell’intervista completa clicca quì https://www.youtube.com/watch?v=FHLKr8wEjKI

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