Le cellule tumorali sono molto simili alle cellule staminali perché entrambe hanno la capacità di moltiplicarsi indefinitivamente.
La differenza è che mentre a un certo punto le cellule staminali vengono regolate a livello epiqgenetico e si differenziano, fermandosi nella moltiplicazione, le cellule tumorali sono senza controllo e non smettono più di moltiplicarsi.
Lo studio
Un team di ricerca coordinato dalla professoressa Camilla Dos Santos del Cold Spring Harbour Laboratory in collaborazione con il prof. Gregory Hannon del Cancer Research Institute di Cambridge (UK) ed il prof. William Pomerantz dell’Università del Minnesota sta studiando con successo uno specifico fattore epigenetico, BPTF, che sembra aver un ruolo chiave nel rallentare la moltiplicazione anche delle cellule tumorali.
I ricercatori infatti hanno inibito chimicamente la proteina chiamata BPTF da cellule staminali e si sono accorte che in questa condizione le cellule smettevano di moltiplicarsi e cominciavano a differenziarsi in cellule del seno.
Le considerazioni
“Questa osservazione è stata eccezionale per noi, spiega la prof. Dos Santos, perché si tratta esattamente di ciò che vogliamo ottenere dalle cellule tumorali del seno. Vogliamo eliminare il loro comportamento staminale simile, specialmente la loro capacità di moltiplicarsi in maniera indefinita. Ora stiamo testando la possibilità di sviluppare un farmaco che possa inibire BPTF e verificare se ha gli sessi effetti anche sulle cellule tumorali”.
I ricercatori sono concentrati a studiare i processi attraverso i quali le cellule normali si trasformano in cellule tumorali. Di fatto tutte le cellule del nostro corpo contengono lo stesso DNA: quello che rende diversa la cellula del seno da quella del cuore è quali geni sono espressi, ossia attivi, e quali no.
Quando una cellula normale diventa tumorale è come se in un certo modo regredisse allo stadio staminale, perdendo la regolazione dei geni che aveva prima che gli garantiva stabilità.
Altri studi
Questa ricerca va ulteriormente a confermare quanto già da anni i lavori del dott. Pier Mario Biava e del prof. Mariano Bizzarri avevano dimostrato ossia che i tumori possono essere riprogrammati in cellule sane attraverso quelle proteine che nella natura guidano lo sviluppo e la differenziazione dell’embrione (Per approfondire leggi qui).
Recentemente il prof. Michele Carruba, dell’Università degli Studi di Milano, ha costituito un comitato scientifico universitario con l’obiettivo di esaminare gli studi fin qui fatti e definire le linee guida per le future ricerche ed applicazioni (Clicca qui per scaricare il Position Paper: “Trattamenti integrativi in Oncologia – i fattori di differenziazione cellulare come integrazione della chemioterapia“).
Fonti:
BPTF Maintains Chromatin Accessibility and the Self-Renewal Capacity of Mammary Gland Stem Cells