Una combinazione di mammografia digitale e tomosintesi rileva il 90% in più di tumori al seno rispetto alla sola mammografia digitale.
Questo è ciò che è emerso secondo lo studio pubblicato sulla rivista Radiology.
Mammografia digitale con la tomosintesi
La tomosintesi mammaria digitale (DBT) è una tecnologia di imaging che utilizza una serie di esposizioni mammografiche a basse dosi per fornire una ricostruzione tridimensionale della mammella. Negli studi che hanno confrontato entrambe le tecnologie sulle stesse donne, DBT ha dimostrato di essere più sensibile della mammografia digitale nella rilevazione dei tumori. Nonostante la sensibilità superiore di DBT, alcuni gruppi avvertono che potrebbe rilevare tumori che non saranno mai clinicamente rilevanti – un fenomeno noto come sovradiagnosi.
Mammografia digitale e con la tomosintesi: lo studio italiano e i risultati
Per sapere di più sull’impatto di DBT sulla sensibilità e frequenza di richiamo, o sulla velocità con cui le donne vengono richiamate per ulteriori screening basati su risultati sospetti, i ricercatori hanno confrontato i risultati tra 9.777 donne randomizzate a sottoporsi a mammografia digitale e DBT e 9.783 randomizzati a sottoporsi a mammografia digitale.
La combinazione di mammografia digitale e DBT ha rilevato 8,6 casi di carcinoma per 1.000 casi, un tasso quasi il doppio di quello del 4,5 per 1.000 rilevato dalla sola mammografia. Il tasso di richiamo era del 3,5% in entrambi i gruppi. Il solo DBT ha rilevato 72 di 80 tipi di cancro trovati nel gruppo DBT e nella mammografia digitale. Nel complesso il maggiore tasso di rilevamento per la mammografia digitale combinata e il DBT era notevole per i tumori di piccola e media invasività, ma non per quelli di grandi dimensioni.
Le considerazioni
Il ricercatore principale dello studio, Pierpaolo Pattacini, radiologo e direttore del Dipartimento di Radiologia dell’AUSL Reggio Emilia di Reggio Emilia spiega: “La tomosintesi rappresenta un valore aggiunto rispetto alla sola mammografia, perché anticipare i tempi della diagnosi potrebbe avere un impatto sulla prognosi della malattia e dunque pure sui suoi tassi di mortalità. La tomosintesi consente di studiare i seni frazionandoli in tante sezioni: in questo modo si arrivano a individuare anche alterazioni che diversamente risulterebbero impercettibili”.
Nel futuro: per lo screening è presto
Mentre la maggiore sensibilità di DBT sembrerebbe renderla una scelta logica per i programmi di screening del carcinoma mammario, il coautore Paolo Giorgi Rossi, direttore dell’Unità Epidemiologia dell’AUSL di Reggio Emilia, ha affermato che sono necessarie ulteriori ricerche per valutare i benefici dei miglioramenti prognosi e la riduzione della mortalità correlata al tumore al seno da DBT contro qualsiasi effetto indesiderato.
Spiega: “Occorre capire anche se questi piccoli tumori scovati siano destinati a diventare o meno pericolosi nel corso della vita di una donna. E poi c’è da considerare che l’esame con la tomosintesi richiede tempi di lettura maggiori rispetto alla sola mammografia. Questo aspetto incide sulla sostenibilità di un programma di screening finanziato coi fondi pubblici”.
Fonti:
https://pubs.rsna.org/doi/10.1148/radiol.2018172119
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