Novità dalla ricerca

La crescita delle cellule tumorali potrebbe fermarsi con il raffreddore e l’influenza

La crescita delle cellule tumorali potrebbe fermarsi con il raffreddore e l'influenza

Scoperto come un farmaco usato per alleviare i sintomi del comune raffreddore, chiamato N-acetilcisteina (NAC), potrebbe anche aiutare a prevenire la crescita delle cellule tumorali privandole di proteine che sono importanti per la loro sopravvivenza.

Ecco ciò che è emerso da un recente studio pubblicato sulla rivista “Seminars in Oncology” ed effettuato dalla professoressa Federica Sotgia, della Scuola di ambiente e scienze della vita dell’Università di Salford, nel Regno Unito e dal suo team.

Il cancro: i numeri fanno riflettere

Il cancro rimane una delle più grandi sfide per la salute del nostro tempo. Solo negli Stati Uniti nel 2017 sono stati diagnosticati oltre 1,6 milioni di nuovi casi di cancro.

In termini di trattamento del cancro è stata fatta molta strada negli ultimi anni, questo si riflette nei tassi di mortalità per malattia, che sono diminuiti del 13% tra il 2004 e il 2013.

Tuttavia il cancro continua a prendere la vita di oltre mezzo milione di persone negli Stati Uniti ogni anno, evidenziando la necessità di nuove terapie più efficaci.

La nuova ricerca

Dopo aver scoperto come il NAC, farmaco per trattare il raffreddore, potrebbe aiutare a fermare la diffusione delle cellule tumorali, la professoressa Sotgia ed il suo team sperano che la loro nuova ricerca ci avvicini a tali trattamenti.

NAC, stress ossidativo e cellule tumorali

Il NAC è un farmaco da banco e un integratore alimentare comunemente usato per alleviare alcuni sintomi di raffreddore e influenza, come tosse, respiro sibilante e muco denso.

Può anche essere usato nel trattamento del sovradosaggio da paracetamolo, fibrosi cistica e malattia polmonare ostruttiva cronica.

Il farmaco ha anche proprietà antiossidanti. Questo significa che ha la capacità di ridurre il danno cellulare causato dallo stress ossidativo.

Le ricerche precedenti

Sono già stati precedentemente identificati alti livelli di stress ossidativo nelle cellule stromali dei tumori,  (per cellule stromali si intendono quelle che comprendono il tessuto connettivo) in particolare i tumori del cancro al seno.

I ricercatori spiegano che quando le cellule stromali dei tumori sono esposte allo stress ossidativo, rilasciano lattato e altri “nutrienti” di cui le cellule tumorali hanno bisogno per prosperare.

L’ipotesi

Partendo da qui, il team ha ipotizzato che le proprietà antiossidanti del NAC potrebbero aiutare a far “morire di fame” le cellule cancerogene di questi nutrienti.

Lo studio

Per testare tale teoria, i ricercatori hanno condotto uno studio su 12 donne che avevano recentemente ricevuto una diagnosi di carcinoma mammario allo stadio 0 o allo stadio 1 e che erano in attesa di un intervento chirurgico per la malattia.

Per 3 settimane tra la diagnosi e la chirurgia del cancro al seno, ogni donna ha ricevuto NAC. Il farmaco è stato somministrato per via endovenosa con una dose di 150 milligrammi per chilogrammo una volta alla settimana. Nei giorni in cui i soggetti non hanno ricevuto NAC per via endovenosa, hanno ricevuto una dose orale due volte al giorno di 600 milligrammi.

I risultati sono incoraggianti

Le biopsie del tumore del cancro al seno di ciascuna donna sono state analizzate per i livelli di tre biomarker di aggressività del cancro: MCT4, CAV1 e Ki67.

Lo studio ha rivelato che i livelli di Ki67 nei tumori si erano ridotti del 25%, mentre i livelli di MCT4 si erano ridotti dell’80%, una percentuale molto alta.

Questi risultati indicano che il trattamento con NAC potrebbe essere un modo economico e non tossico per fermare la crescita e la divisione delle cellule tumorali.

Le considerazioni

Conclude il professor Michael Lisanti, co-autore dello studio, che: “la nostra idea è stata quella di riutilizzare un farmaco economico approvato dalla FDA, per esaminare se le sue proprietà antiossidanti possano indirizzare il comportamento di alimentazione delle cellule cancerogene. Essere in grado di inibire l’espressione della proteina MCT4, in modo non tossico, è un enorme passo avanti“.

Trattamenti integrativi in oncologia

In Italia sono diversi gli studi e i ricercatori che propongono nuove metodologie integrative per il trattamento dei tumori.

Recentemente è stato infatti presentato anche un Position Paper “Trattamenti integrativi in oncologia – i fattori di differenziazione cellulare come integrazione della chemioterapia” dove un importante comitato scientifico si è posto l’obiettivo di studiare e valutare le innovative ricerche nell’ambito della riprogrammazione epigenetica delle cellule tumorali con i fattori di differenziazione staminale così da evitare che vengano diffuse notizie scorrette o parziali ed aiutare i colleghi universitari e clinici ad inquadrare al meglio il tema di ricerca e le sue prospettive per il futuro. (per approfondire » http://oncovita.it/assets/position-paper_trattamenti_integrativi_oncologia.pdf).

Fonti:

http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0093775417301367

https://www.cancer.gov/about-cancer/understanding/statistics

 

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