Cambiare il codice epigenetico di un singolo gene è sufficiente a far sì che una cellula sana inizi una reazione a catena e diventi anormale.
Ecco ciò che è emerso secondo una ricerca della Queen Mary University di Londra (QMUL).
I risultati potrebbero portare a una diagnosi precoce del cancro e al potenziamento di nuove terapie sotto forma di modifica genetica.
Lo studio ed i risultati
I cambiamenti epigenetici sono una caratteristica del cancro, ma fino ad ora non si sapeva se questi cambiamenti da soli fossero sufficienti a spingere le cellule sane lungo il percorso del cancro.
Utilizzando uno strumento di modifica epigenetica CRISPR-dCas9, i ricercatori hanno denaturato diversi geni nelle cellule sane del seno e hanno scoperto che tali cambiamenti erano sufficienti a far sì che le cellule subissero “iperproliferazione” – divisione cellulare anormalmente rapida che è uno stadio iniziale di inizio del tumore.
La ricerca, che utilizza cellule della Breast Cancer Now Tissue Bank, mostra anche che i cambiamenti epigenetici sono ereditati finché la cellula si divide, e che le manipolazioni della squadra hanno influenzato in modo permanente e negativo la biologia di una normale cellula del seno da un individuo sano.
Le considerazioni
La ricercatrice Gabriella Ficz del Barts Cancer Institute di QMUL ha dichiarato: “È sorprendente come le cellule di diversi individui sani siano così permissive da ottenere questo cambiamento epigenetico e che un “colpo” da uno strumento di modifica epigenetica sia sufficiente per innescare questa reazione a catena di ereditarietà epigenetica e stabilire una firma di espressione genica simile a una cellula cancerosa. “
I risultati
I risultati possono aiutare gli scienziati a comprendere meglio i primi cambiamenti epigenetici che avviano processi cellulari anormali e la transizione tra lo stato pre-malattia e il cancro. Questo potrebbe aiutare nello sviluppo di nuovi biomarcatori per una diagnosi precoce.
Nel futuro
In futuro la modifica epigenetica potrebbe anche essere utilizzata per la progettazione di nuove terapie avviando modifiche permanenti alla biologia cellulare. Potrebbe essere un modo più praticabile o alternativo per la modifica dei geni, poiché qualsiasi potenziale errore sarebbe meno dannoso che modificare direttamente la sequenza del DNA e la modifica epigenetica sarebbe più facilmente reversibile, se necessario.
Le conclusioni
La dottoressa Ficz spiega anche che i risultati potrebbero avere un impatto sulla nostra conoscenza dell’invecchiamento e del cancro: “Le fluttuazioni epigenetiche avvengono continuamente nelle nostre cellule: sappiamo che, durante l’invecchiamento, il nostro epigenoma è progressivamente distorto (la cosiddetta «deriva epigenetica»). Sarà quindi eccitante scoprire se questa deriva è responsabile dell’avvio o dell’accelerazione delle malattie associate all’invecchiamento: l’età è il più grande rischio nel cancro, quindi il nostro lavoro sottolinea l’importanza di comprendere il meccanismo alla base della deriva epigenetica“.
Trattamenti integrativi in oncologia
Recentemente è stato presentato anche un Position Paper “ Trattamenti integrativi in oncologia – i fattori di differenziazione cellulare come integrazione della chemioterapia” dove un importante comitato scientifico si è posto l’obiettivo di studiare e valutare le innovative ricerche nell’ambito della riprogrammazione epigenetica delle cellule tumorali con i fattori di differenziazione staminale così da evitare che vengano diffuse notizie scorrette o parziali ed aiutare i colleghi universitari e clinici ad inquadrare al meglio il tema di ricerca e le sue prospettive per il futuro. (per approfondire » http://oncovita.it/assets/position-paper_trattamenti_integrativi_oncologia.pdf).
Fonte:
https://www.nature.com/articles/s41467-017-01078-2