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Cancro alla vescica: test non invasivi delle urine per la diagnosi

Cancro alla vescica: test non invasivi delle urine per la diagnosi

Un nuovo test non invasivo per il carcinoma della vescica ha una sensibilità del 95% per i tumori ad alto rischio e un valore predittivo negativo superiore al 97%.

Ecco ciò che è stato dimostrato da uno studio prospettico in cieco su 577 pazienti con ematuria (sangue nelle urine).

Il test ADXBLADDER, che potrebbe essere presto un’importante strumento diagnostico non invasivo per il cancro  alla vescica, è stato presentato alla 37a riunione della Société Internationale d’Urologie (SIU), tenutasi a Lisbona, in Portogallo.

Le considerazioni

Il nostro studio dimostra che ADXBLADDER ha una delle più alte sensibilità e valori predittivi di qualsiasi test delle urine per la diagnosi del cancro della vescica“, ha detto Stuart McCracken, dell’Università di Newcastle e del Sunderland Royal Hospital nel Regno Unito.

Il nuovo test, ha aggiunto, “offre funzionalità innovative, tra cui l’inalterabilità delle infezioni del tratto urinario (UTI), l’infiammazione e la presenza di sangue”.

È anche facile da usare e richiede solo 10 millilitri di urina per fornire risultati definitivi entro 3 ore.

Metodi diagnostici attuali

In Europa, il cancro della vescica rappresenta il quarto tumore più comune negli uomini e il 15 ° tumore più comune nelle donne.

Al fine di effettuare una diagnosi di cancro alla vescica, l’Associazione Europea di Urologia attualmente raccomanda la cistoscopia per tutti i pazienti con ematuria, in combinazione con l’uro-TAC (in pazienti selezionati ad alto rischio) o l’ecografia renale e della vescica.

Al momento, la cistoscopia non può essere sostituita dalla citologia o da altri test non invasivi. La maggior parte degli approcci diagnostici per il cancro della vescica presenta però degli svantaggi: la cistoscopia è una procedura invasiva e talvolta dolorosa che espone i pazienti al rischio di sviluppare infezioni del tratto urinario, che si verificano in circa il 5 per cento. Di per sé, la cistoscopia può non individuare fino al 30 percento dei tumori della vescica e presenta ulteriori svantaggi perché costosa e con lunghe liste d’attesa.

Come funziona ADXBLADDER?

Nello studio sono stati coinvolti 577 pazienti con ematuria, di sei cliniche del Regno Unito, tra agosto 2016 e febbraio 2017, che sono stati sottoposti al test ADXBLADDER, con risultati che sono poi stati confrontati con quelli risultanti dalla cistoscopia, dall’ ecografia e dalla TAC.

ADXBLADDER individua un marcatore proteico ( MCM5) di cellule replicanti o cellule che hanno la capacità di replicarsi. Le cellule che rivestono la vescica – e che sono a contatto con l’urina – non contengono MCM5, quindi l’urina di una vescica sana non contiene MCM5.

Tutte le cellule tumorali contengono  MCM5. Quindi, quando un tumore è presente all’interno della vescica nell’urina si troverà il marker MCM5.

I ricercatori hanno scoperto che il 7,96% (46) dei pazienti aveva il cancro alla vescica, mentre il 92,1% (531) no.

I risultati

Se confrontati con il benchmark, i risultati hanno mostrato che: la sensibilità, cioè la capacità del test di identificare i pazienti con tumore alla vescica, di ADXBLADDER nel rilevare correttamente questi tumori nei gruppi ad alto rischio e muscolo-invasivi è stata del 95% (con gruppi ad alto rischio al 92% e gruppi invasivi al 100 percento).  Il valore predittivo era del 97%.

Il futuro di ADXBLADDER

Ciò che è veramente importante“, ha detto McCracken, “è che ADXBLADDER ha raggiunto una sensibilità molto buona nei pazienti ad alto rischio e in quelli con malattie muscolo-invasive, dove il cancro si diffonde rapidamente, e la prognosi è molto più scarsa “.

Nel simposio, Tim Dudderidge – un chirurgo urologico dell’Ospedale universitario di Southampton nel Regno Unito – ha considerato come ADXBLADDER potrebbe essere integrato nell’attuale percorso diagnostico.

Per i pazienti a basso rischio con ematuria non visibile, ha suggerito, il test potrebbe essere combinato con gli ultrasuoni con cui sarebbe possibile ottenere una sensibilità globale del 96,4 %. Per i pazienti ad alto rischio con ematuria visibile, ha detto, il test potrebbe essere combinato con ecografia e cistoscopia per evitare le scansioni TAC. “Penso che una combinazione di questi test, a seconda del rischio del paziente, comporterà una riduzione della cistoscopia e delle scansioni TAC“, ha spiegato Dudderidge.

Il test è attualmente commercializzato in Regno Unito, Francia, Italia, Turchia e la regione nordica, e sarà distribuito ad altri paesi europei e regioni del mondo l’anno prossimo.

Fonte:

https://www.siu-urology.org/congress-2017

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