Lavori scientifici

L’interferone-beta come nuovo farmaco contro il tumore al seno triplo negativo

L’interferone-beta come nuovo farmaco contro il tumore al seno triplo negativo

Ci potrebbero essere nuove opzioni di lotta contro la forma più letale di cancro al seno: a confermarlo una nuova ricerca della Case Western Reserve University School of Medicine.

Iricercatori hanno dimostrato che le cellule del carcinoma mammario triplo negativo sono altamente vulnerabili all’interferone β, un potente antimicrobico che attiva anche il sistema immunitario. Il nuovo studio mostra come l’interferone-β sia in grado di alterare la capacità delle cellule del cancro al seno di migrare e formare tumori.

“Abbiamo dimostrato come l’interferone-β inverta alcune delle caratteristiche più aggressive del cancro al seno triplo negativo, che sono responsabili di metastasi e fallimento delle terapie attuali – ha spiegato Mary Doherty, coordinatrice dello studio – inoltre, abbiamo osservato come l’azione dell’interferone-β nei tumori del cancro al seno triplo negativo sia correlata con una migliore sopravvivenza dei pazienti dopo chemioterapia”.

Il carcinoma mammario triplo negativo

Il carcinoma mammario triplo negativo è una delle forme di cancro al seno più letali e più aggressive. Si diffonde rapidamente ed è resistente a molte chemioterapie disponibili. Anche quando le terapie sembrano efficaci, i tumori spesso si ripresentano. La dott.ssa Doherty spiega che “Sebbene la chemioterapia uccida la maggior parte delle cellule tumorali, tuttavia non riesce ad eliminare il sottogruppo di cellule tumorali chiamate cellule staminali tumorali. La sopravvivenza di queste cellule staminali tumorali dopo terapia è ritenuta responsabile per il fallimento della terapia nei pazienti. “

L’azione dell’Interferone-beta sulle cellule di tumore al seno

Il nuovo studio ha invece mostrato che l’interferone-β riesce a colpire direttamente alle cellule staminali tumorali. Nei test di laboratorio, i trattamenti regolari di interferone-β hanno impedito alle cellule staminali del cancro al seno triplo negativo di migrare, ossia di compiere quello che è il primo passo verso le metastasi. Anche due giorni dopo l’interruzione del trattamento, le piastre di coltura dove era stato utilizzato interferone-β presentavano circa la metà del numero di cellule staminali migratorie rispetto a quelle presenti nei campioni di controllo. Le cellule esposte all’interferone-β mancavano anche di marcatori caratteristici dei primi tumori e non riuscivano ad aggregarsi in sfere simili a tumori.

I prossimi passi della ricerca

Ora i ricercatori hanno in programma di condurre studi clinici per valutare l’azione dell’’interferone-β all’interno del corpo umano come una nuova opzione terapeutica per il carcinoma mammario triplo negativo, sia da solo, sia in combinazione con la chemioterapia tradizionale. Un tale studio potrebbe richiedere nuovi metodi per somministrare l’interferone-β ai tumori del cancro al seno come spiega la dott.ssa Doherty, “I nostri studi futuri esamineranno i metodi migliori di somministrazione dell’interferone-β al sito del tumore utilizzando le innovative tecnologie a base di nanoparticelle.”

Questi studi potrebbero così ampliare le opzioni di trattamento per i pazienti affetti da carcinomi mammari resistenti ai farmaci.

Fonti

http://casemed.case.edu/cwrumed360/news-releases/release.cfm?news_id=884

http://www.pnas.org/content/early/2017/12/07/1713728114

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