La prevenzione è l’azione tecnico-professionale o l’attività che mira a ridurre la mortalità promuovendo la salute e il benessere individuale e collettivo. Vediamo le diverse definizioni di prevenzione.
La prevenzione primaria
Individua, studia e considera fattori di rischio presenti nell’ambiente, negli studi di vita, nella costituzione organica genetica ed epigenetica.
Considera l’esposizione ai fattori di rischio, valutando le popolazioni esposte e le conseguenze per la loro salute.
A seconda dei risultati ottenuti imposta programmi e interventi di politica ed educazione sanitaria.
Il fattore più importante che prende in esame la prevenzione primaria è l’incidenza della patologia all’interno di una popolazione a rischio.
Nel complesso può essere considerata come l’insieme delle analisi, degli studi, delle ricerche, delle azioni politiche, economiche, sanitarie e sociali, imposte e organizzate per ottenere risultati positivi PRIMA che insorga la malattia.
Il fattore di rischio
È un fattore individuabile, con studi retrospettivi su ampie popolazioni che, nel tempo, hanno subito l’esposizione al fattore stesso.
È modificabile se agisce tramite l’ambiente in cui il soggetto a rischio vive (esempio polveri), o mediante l’influenza del comportamento o dello stile di vita scelto dal soggetto (esempio fumo, vita sedentaria, abuso di alcol).
È immodificabile se in relazione a situazioni come il DNA, il sesso e l’età.
Il fattore di rischio è individuato e misurato usando strumenti applicativi e di calcolo epidemiologico complesso.
La prevenzione secondaria
Agisce quando la malattia è già in corso nei diversi stati. È ottima se attuata quando la malattia è individuata allo stadio iniziale, asintomatico.
Sinonimo di “diagnosi precoce” influenza l‘incidenza delle possibilità terapeutiche.
Tra gli screening che sono in grado di effettuare una diagnosi precoce ed efficace ricordiamo il pap test, la mammografia o la ricerca del sangue occulto nelle feci.
La prevenzione secondaria ha senso se si agisce su una condizione patologica che aumenta la possibilità di guarigione se curata in fase iniziale.
I test di screening
Il test ottimale deve essere economico, ripetibile nel tempo, di facile esecuzione e non doloroso. Deve essere quindi di ampia e accettata esecuzione e coprire un ampio strato di popolazione.
Viene effettuato per evidenziare una malattia con caratteristiche di lunga latenza e curabilità.
La prevenzione terziaria
Si intende quel tipo di interventi e iniziative esercitate quando la malattia è in fase conclamata. In questa condizione è importante intervenire per limitare i danni e rendere più efficace la terapia.
La prevenzione quaternaria
Tende a proteggere la popolazione dall’uso indiscriminato di screening. Agisce cercando di proteggere il soggetto da una politica sanitaria aggressiva.
Infine, in qualsiasi campagna di prevenzione, è fondamentale considerare la figura medica di riferimento.